“Nella notte di Roma capitale si aggira il fantasma della cultura” scrive oggi su Repubblica Francesco Merlo, in un racconto lungo due pagine che è polemica e pianto funebre. Perchè se i Musei Capitolini fanno il pienone, la Centrale Montemartini, l’Ara Pacis e tanti altri sono deserti. Per non parlare di quelli chiusi e degli altri mai aperti, con le collezioni che si impolverano nei capannoni. I teatri? “La loro vita è grama”, neanche l’Eliseo garantisce la prossima stagione e l’Opera non regge il confronto con la Scala, pur ingoiando “quasi un quarto del bilancio comunale”. Mentre si sprecano milioni tra infinite gestioni e potentati, spariscono i cinema e l’industria cinematografica, falliscono le librerie, chiudono le biblioteche, si tagliano le kermesse. Merlo punta il dito contro l’immobilismo del sindaco Marino, che sogna emiri per salvare la baracca e lascia Roma senza un assessore alla cultura. Intanto “la Grande Bellezza sfiorisce nel caos e nell’oblio”.