Doveva costare, finita, 3 miliardi 47 milioni. E invece, quando ancora non è stata costruito il suo pezzo più delicato e importante, tra il Colosseo e San Pietro, per la Metro C di Roma sono stati già spesi 3 miliardi 739 milioni. Doveva essere completata nel 2015, invece ad oggi non si sa quando e addirittura se questo succederà. Sarà la più cara e forse la più lenta metro del mondo, record ora denunciati anche da un dossier dell’Autorità Anticorruzione. “Trentotto pagine che, possiamo scommetterci, finiranno sul tavolo della Procura” scrive oggi Sergio Rizzo sul Corriere della Sera. (continua dopo la foto)
“Carenza di adeguate indagini per assicurare la fattibilità dell’intervento nel rispetto dei tempi e dei costi preventivati” denuncia l’organismo presieduto dal magistrato Raffaele Cantone. Le imprese si sono avventurate nell’appalto “rinviando, è da ritenersi in modo consapevole, la risoluzione della questione archeologica a una fase successiva”, nonostante gli avvertimenti della Sovrintendenza e nonostante spettasse al general contractor la progettazione, la direzione dei lavori e l’esecuzione degli scavi e delle indagini archeologiche. Il risultato sono 45 costose varianti in corso d’opera e stop continui. (continua dopo il video)
Il tutto è condito dalle battaglie legali tra il consorzio di imprese che deve realizzare la linea e il Comune di Roma, che hanno per oggetto soprattutto i ritardi dovuti a intoppi burocratici. “Pensata nel 1990, ripensata dieci anni dopo, la metro C è partita quando sindaco di Roma era Walter Veltroni, è poi proseguita con Gianni Alemanno, e la rogna è adesso di Ignazio Marino” scrive Rizzo. E proprio all’attuale amministrazione Cantone chiede conto di un aumento di 90 milioni riconosciuto al Consorzio per svolgere funzioni che in realtà erano già previste dall’appalto originario. Intanto, i romani sognano una metro da capitale, se non del mondo, perlomeno di un Paese normale.