Alessandra Moretti, uno di quei volti giovani lanciati dal Partito democratico. Lei, bersaniana convinta, ha trovato riparo nel renzismo della seconda ora. Il suo curriculum politico è bello pieno, nonostane la giovane età: vicesindaco a Vicenza, poi deputata, eurodeputata eletta a maggio di quest’anno lascerebbe l’euroseggiola per diventare governatore del Veneto. Voti permettendo, s’intende. E proprio la facilità di rinunciare al parlamento di Strasburgo non è proprio gradita a molti. Mesi fa parlava di “ruolo strategico dell’Europa” e oggi già fugge. Perché? “Matteo mi ha detto ‘abbiamo bisogno di te’ e io non mi posso tirare indietro. Gli elettori capiranno”. Un’intervista del Corriere.it sta facendo il giro del web raccogliendo commenti non proprio di entusiasmo verso la bella eurodeputata. Snocciola termini che sembrano aver superato il già rapido terremoto renziano. Uno su tutti: ladylike. Neologissmo da chiarire, ovviamente. E ci pensa lei: il diritto alla bellezza come guerra di civiltà. “Le critiche non mi fermeranno. Io vado, faccio le meches, tinta e non entro in altri particolari… sarei migliore se avessi peli?”. Donne in politica, sì ma anche “ladylike”, cioè femminili, che piacciano. Ecco il senso. Le donne, già. Questo è il loro momento perché sono “belle, intelligenti ma soprattutto brave”. Addio Rosy Bindi e il suo stile “che mortificava la femminilità”, ma anche l’ex consigliera regionale in Lombardia, Nicole Minetti: “La sua bellezza è stata utilizzata, non aveva le competenze”.
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E se le donne di oggi in politica sono brave, lei lo è di più. “Sono bravissima a cantare, come in mille altre cose ad esempio in cucina. Faccio degli spaghetti al pomodoro buonissimi, non è facile. Lo dice Cracco che è veneto come me. Il mio segreto? La passione”. Ecco svelatii segreti per una buona politica. L’intervista, comunque, merita di essere vista.
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