Lì dove un tempo nascevano floppy disc, oggi crescono lattuga, indivia, rucola, spinaci e basilico. Tutti sani e pulitissimi, pronti da mangiare. La Toshiba ha convertito un suo capannone a una cinquantina di chilometir da Tokio in un avveniristico impianto per l’agricoltura indoor, nuova frontiera dove si sta avventurando il gigante giapponese della tecnologia. (continua dopo la foto)
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L’ambiente è sterile, si entra solo bardati in una tuta bianca e dopo essersi disinfettati. Una specie di enorme sala operatoria, dove i pazienti da accudire sono tenere piantine. Crescono grazie alla luce di lunghi tubi al neon (ma presto saranno a led), all’acqua purissima filtrata da un impianto interno e in un clima sempre ottimale grazie ai condizionatori. (continua dopo a foto)
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Tutto è sotto controllo: pressione dell’aria, temperatura, illuminazione, presenza di batteri e polvere. Il risultato è un raccolto perfetto, senza uso di pesticidi, senza insetti che lo rovinano e che non ha bisogno di essere lavato. Agricoltura 2.0, milioni di anni dopo il primo seme piantato dall’uomo. (continua dopo la foto)
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Qui stanno sperimentando sistemi da vendere in Russia, in Medio Oriente e in altri luoghi del mondo dove l’agricoltura all’aria aperta è difficile. Intanto, però, Toshiba conta anche di finire nei piatti dei giapponesi: in questo impianto produrrà 3 milioni di cespi di lattuga l’anno e nei prossimi giorni metterà in vendita la sua prima linea di insalate ipertecnologiche.
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