Trenta milioni di euro? “Bruscolini!” direbbe Nerone. Ora però si fatica a trovarli per mettere in sicurezza e riaprire al pubblico ciò che resta della Domus Aurea, la sua fantastica residenza.
L’imperatore la fece costruire dopo l’incendio di Roma del 64 d.C., dove qualche cattivo biografo vide anche il suo zampino. I suoi successori cercarono di cancellarne le tracce, i secoli fecero il resto e fu riscoperta solo nel Rinascimento, quando artisti come Raffaello si calavano nel sottosuolo per copiarne le decorazioni, ribattezzate, appunto, “grottesche”.
Ai giorni nostri la Domus Aurea è martoriata dai crolli. Ieri la Soprintendenza di Roma ha presentato il progetto per salvare il monumento. Costerà tra sette e otto milioni all’anno per quattro anni e si cercano mecenati. “Lo Stato è pronto a fare la sua parte, ma mi aspetto l’intervento dei privati. Con gli sgravi fiscali previsti dal decreto cultura – ha detto il ministro Franceschini – non ci sono più alibi”.