Mentre in tutta Italia si sente parlare di mancanza di fondi per salvaguardare i beni culturali Pompei va controtendenza: ricca di ben 105 milioni di euro non sa come spenderli e rischia di rispedirli al mittente. Il 29 marzo del 2012 l’Unione Europea infatti approva il finanziamento di 105 milioni per il Grande Progetto Pompei, un piano di interventi che era stato messo a punto quasi un anno prima, nel giugno del 2011, quando al ministero del Beni Culturali c’era Giancarlo Galan. La data entro la quale i fondi devono essere spesi pena il definanziamento del progetto è il 31 dicembre 2015. Il nuovo sovrintendente degli scavi Massimo Osanna, al momento del passaggio di consegne a marzo scorso dichiara a scanso di equivoci che lui, appena arrivato, non può fare molto e lancia l’allarme: “Serve una proroga dall’Europa. Sarà impossibile completare i lavori entro il prossimo anno”. Arriva così un decreto legge che innalza la soglia al di sotto della quale si può ricorrere alla cosidetta procedura negoziata: con il cosidetto decreto “cultura” il limite è stato portato a 3,5 milioni. Secondo una stima fatta dagli esperti dell’associazione costruttori il 91 % delle opere infrastrutturali verrà appaltata al di fuori degli ordinari meccanismi concorrenziali. Cose già viste in Italia, con risultati poco confortanti.