Un manuale ironico e irriverente per chi cerca lavoro o ha perso la speranza. Una collezione di paradossali colloqui, richieste singolari e annunci bizzarri. Consigli utili per districarsi fra i “lei è troppo per la nostra azienda”, “lei è una persona instabile, ha viaggiato troppo” e i “dobbiamo tornare tutti all’agricoltura”. Uno spunto per riflettere, sorridendo, sui cambiamenti del mondo del lavoro e della nostra società ma soprattutto per non arrendersi di fronte all’incertezza. Mal comune, mezzo gaudio? Forse, ma anche consapevolezza che dalla crisi se ne esce solo credendo in se stessi e nelle proprie capacità. Si intitola Papà, mi presti i soldi che devo lavorare? il nuovo libro di Alessia Bottone, classe 1985, laurea in Scienze politiche, istituzioni e politiche per la pace e i diritti umani, o – come la chiama lei – Scienze della disoccupazione a lungo termine. Ha fatto stage e lavori e improbabili, spesso non è stata pagata, molto spesso è stata liquidata in quattro e quattr’otto. Eppure sa le lingue, ha girato il mondo e ha tanta voglia di fare. Leggendo il suo libro le cose vi sembreranno meno complicate.. Nel frattempo leggetevi le 5 dritte per sopravvivere al precariato..
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1) Abbi tanta forza di volontà. Anche quando ti senti così così. Sia di umore che fisicamente (vuoi campare o no?)
2) Non farti abbattere dagli eventi. Nessuno, neanche da quelli più tragici. Canticchia sotto la doccia Show must go on e tutto andrà meglio
3) Ricordati che il curriculum conta fino a un certo punto. Molto di più conta la voglia di fare. Se non hai quella, lascia stare
4) Sii uno stalker del lavoro, ovvero semina semina semina, bussa a tutte le porte, bussa a tutte le porte, bussa a tutte le porte
5) Ricomincia dal punto uno ogni volta che ti prende la depressione.