L’autunno è arrivato, l’ora legale si è portata via quasi tutta la luce ed è arrivato il Sad, quel disturbo stagionale dell’umore che è l’acronimo del sad inglese, ovvero triste. Arriva in chi è predisposto e porta a un crollo dell’umore apparentemente inspiegabile. Apparentemente sì, in realtà c’entra la luce, che agisce sul nostro orologio biologico interno, a sua volta guidato dalla ghiandola pineale. È questo il sistema che controlla i cicli della nostra vita. Quindi: manca la luce, arriva il Sad che, appunto, si cura con la terapia della luce. In che consiste? Nell’esposizione del malato (30-40 minuti al giorno) a lampade ad alta intensità luminosa che riproducono l’alba. E funziona. L’unico difetto: la praticano in pochissimi posti. Alternativa: la terapia farmacologica che, comunque, comporta l’assunzione di antidepressivi. Avvertenza: guai a confondere il Sad con la meteoropatia, ovvero quella sensazione di squilibrio provocata dal cambio di tempo. Quest’ultima, infatti, non va curata, ma tenuta a freno frequentando amici e feste, facendo dei viaggetti e altre cose che fanno tornare il buonumore. Vi state chiedendo come si distinguono le due cose? Soffrite di Sad se avete 5 dei sintomi tipici della depressione. Ecco quali sono.
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a) Umore depresso per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno, come riportato dal soggetto o come osservato da altri.
b) Marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte, o quasi tutte, le attività per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno.
c) Significativa perdita di peso, in assenza di una dieta, o significativo aumento di peso, oppure diminuzione o aumento dell’appetito quasi ogni giorno.
d) Insonnia o ipersonnia quasi ogni giorno.
e) Agitazione o rallentamento psicomotorio quasi ogni giorno.
f) Affaticamento o mancanza di energia quasi ogni giorno.
g) Sentimenti di autosvalutazione oppure sentimenti eccessivi o inappropriati di colpa quasi ogni giorno.
h) Diminuzione della capacità di pensare o concentrarsi, o difficoltà a prendere decisioni, quasi ogni giorno.
i) Ricorrenti pensieri di morte, ricorrente ideazione suicida senza elaborazione di piani specifici, oppure un tentativo di suicidio o l’elaborazione di un piano specifico per commettere suicidio.
Manuale Manuale diagnostico-statistico della Fondazione Umberto Veronesi