Quella di patente e libretto con nomi diversi è una storia senza fine. E a questo punto è quasi inutile entrare nel merito. Diciamolo chiaramente: è una norma senza senso che, però, entra in vigore oggi, 3 novembre. È una norma figlia di una burocrazia malata e onnivora che si mangia le nostre vite come se nulla fosse. Sul Corriere della Sera Sergio Rizzo ci va giù duro: “Se esistesse l’Oscar della Burocrazia, non potrebbe mancare fra le nomination 2014 quella di Maurizio Vitelli, architetto, direttore generale della Motorizzazione. In soli tre mesi e mezzo ha sfornato due inarrivabili circolari, per regolamentare l’applicazione di un comma del codice della strada. Lunghezza del comma: sette righe. Lunghezza delle circolari: 65 pagine”. E alla fine? Alla fine un bel buco nell’acqua. Domani si comincia ma tutto sarà come primo. Con un faticosissimo e inutilissimo lavoro dei burocrati: una prima (e lunghissima) circolare a dicembre, una seconda qualche giorno fa per spiegare la prima. “E non è finita qui. Perché restano ancora fuori dall’applicazione di questa assurda disposizione veicoli come i taxi e gli autotreni, in attesa che la Motorizzazione si decida a definire anche per loro adeguate procedure”, rincara Rizzo. Ma la beffa è, fa rilevare la Confartigianato, che per come sono scritte quelle meravigliose circolari, la norma non sarà concretamente applicabile: “Come le autorità accerteranno la violazione dell’obbligo? Semplicemente in nessun modo. Toccherà all’utente dimostrare di non essere l’utilizzatore abituale da oltre trenta giorni di un veicolo che non gli appartiene”. Dimostrazione indimostrabile. Se una pattuglia della stradale fermasse uno che si trova al volante di una vettura non sua, e l’agente gli chiedesse se la sta guidando da più di trenta giorni «naturali e consecutivi», quale pensate che sarebbe la risposta?
Patente e libretto con nomi diversi: cosa sapere per evitare panico e multa da 705 euro