Arrivano novità importanti sull’epidemia del coronavirus. Ciò che si sospettava ormai da diverso tempo si è trasformato in realtà. Grazie allo studio effettuato sulle tre sequenze genetiche del virus presente in Lombardia si è scoperto che lo stesso era in circolazione già diverse settimane prima della diagnosi sul paziente 1 di Codogno. Ad ottenere le informazioni necessarie è stato il gruppo di Università Statale di Milano ed Ospedale Sacco, coordinato da Gianguglielmo Zehender, Claudia Balotta e Massimo Galli.
In corso c’è lo studio anche di ulteriori genomi che daranno l’opportunità di avere stime più dettagliate sull’arrivo del coronavirus nel nostro Paese ed anche sulle sue vie di diffusione. Fino ad oggi infatti nessuno è riuscito ad individuare il cosiddetto paziente 0, colui che per primo si è contagiato in Italia. Non è mai stato trovato anche perché il virus era già presente. I tamponi venivano invece fatti esclusivamente a persone provenienti dalla Cina o che avevano contatti coi positivi. (Continua dopo la foto)
In un’intervista al ‘Corriere della Sera’ il direttore malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano ha affermato: “Il virus è sfuggito prima ancora della misura di chiusura dei voli dalla Cina. Quindi è verosimile che qualcuno abbia sviluppato l’infezione quando era già nel nostro Paese con un quadro clinico senza sintomi o con sintomi molto lievi, che gli hanno consentito di condurre la sua vita più o meno normalmente ed ha infettato una serie di persone inconsapevolmente”. (Continua dopo la foto)
Il virologo dell’ospedale San Raffaele di Milano, Roberto Burion, ha aggiunto: “I numeri che vediamo oggi sono i contagi di 10 giorni fa, quando erroneamente pensavamo che il coronavirus non ci fosse anche perché ancora nessuno lo aveva cercato, nessuno immaginava che fosse già arrivato nel nostro Paese e nessuna restrizione era stata messa in atto. La verità è che il trend è ancora in crescita. Non sappiamo che cosa succederà nei prossimi giorni”. (Continua dopo la foto)
Un altro studio aveva notato che il coronavirus era nato già ad ottobre-novembre, prima delle segnalazioni del medico eroe cinese Li Wenliang, deceduto successivamente. Tra l’altro il presidente dell’Ordine dei Medici di Lodi, Massimo Vajani, ha riferito all’Ansa che c’era stata un’impennata in inverno di forme polmonari a lunghissima durata dal dicembre scorso.
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