Il fascino di Pompei sta nell’aver cristallizzato momenti di vita quotidiana e averceli restituiti così, incorrotti dopo migliaia di anni. L’ultimo ritrovamento è una “istantanea” del laboratorio di un vasaio: decine di vasi di argilla cruda pronti per essere messi al forno sono stati ritrovati nel corso delle recenti indagini di studio condotte dalla Soprintendenza con la collaborazione del Centre Jean Bérard e dell’Ecole Française de Rome e dedicate all'”Artigianato e all’Economia a Pompei”.
In una seconda bottega sono state ritrovate altre due fornaci, anche esse utilizzate per la produzione di ceramica a pareti sottili. Lo scavo di ricerca è stato condotto sotto la direzione di Laëtitia Cavassa (Cnrs, Centre Camille Jullian di Aix-en-Provence, e il Centre Jean Bérard di Napoli) con la collaborazione di Bastien Lemaire ed è stato finanziato dal Ministero degli Affari Esteri francese tramite il Centre Jean Bérard di Napoli, con il finanziamento di mecenati francesi privati (Cmd2 e Neptunia).
Gli scavi sono parte di un progetto che mira alla documentazione dell’attività artigianale dei ceramisti dell’epoca con studi specifici dedicati alla “Organizzazione, gestione e trasformazione di una zona suburbana: tra spazio funerario e spazio commerciale”. Elementi finora mai documentati e fondamentali per la conoscenza della lavorazione della ceramica e delle tecniche usate degli antichi nell’ars figulina (della ceramica) durante il I sec d.C.