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Cinema italiano in lutto, se ne va uno dei più grandi. Protagonista indiscusso, mente brillante, un “signore” del grande schermo

  • Cinema

 

Lutto nel mondo del cinema e della cultura italiana. Si è spento ieri a 95 anni Gian Luigi Rondi. Nato nel ’21 a Tirano, provincia di Sondrio, in Valtellina, è stato il critico di cinema più discusso, longevo e appassionato, amico di dive e politici, confidente della Bergman, della Magnani, della Lollobrigida.Ritenuto una vera propria eminenza grigia del settore, risaltava in la sua conoscenza dell’arte dello spettacolo (scrisse di teatro prima che di cinema).

Figlio di un severissimo ufficiale dei Carabinieri Reali, il giovane Gian Luigi inizia a lavorare con uno scandalo in famiglia: scrive su Voce operaia, periodico dei comunisti cattolici, ma è costretto a firmare Sigilin per non ledere l’onore avito.

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E, dalla padella nella brace, continua con le critiche drammatiche su Voce partigiana finché Silvio D’Amico, direttore dell’Accademia, non lo elegge suo vice di teatro al Tempo. Numerosi gli incarichi ufficiali: da sempre aveva creato e diretto i più famosi premi del nostro cinema, i David di Donatello, ed era stato più volte direttore della Mostra del cinema, anche in periodi impervi ed anche fra polemiche stato-chiesa (rovente quella per I diavoli di Ken Russell) e presidente della stessa Biennale di Venezia. Pur nei limiti dell’età, lucido nel muovere il bastone cui si appoggiava, negli ultimi anni aveva affiancato Piera Detassis nella direzione della Festa-Festival di Roma di cui era stato presidente onorario.

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Aveva fondato gli Incontri di Sorrento, il festival delle nazioni a Taormina e mise mano a Spoleto cinema, oltre a rivestire il ruolo di segretario per le comunicazioni del sovrano militare ordine di Malta, commissario Siae, presidente dei premi intestati al suo recuperato amico Vittorio De Sica che non obbediva al comandamento dei «panni sporchi che si lavano in famiglia» come suggeriva Andreotti e come Rondi fece eco. E, scrive Repubblica, in tutti i festival, sulla Croisette di Cannes, nella Piazza Grande di Locarno, nella calle mayor dell’Excelsior, quartier generale della Mostra al Lido, alla Zoopalast di Berlino tutti lo ricordano come una presenza costante, puntuale e soprattutto del cinema sapeva e conosceva tutto, affiancando alla teoria la conoscenza diretta di molti di quei maestri di cui poi scriveva puntualmente le recensioni sul Tempo.

E non solo i grandi, facili da riconoscere, ma Rondi sapeva intuire da talent scout anche i talenti in divenire, andava a scovare registi e nouvelle vague ovunque, imbarcandosi spesso su aerei a lunghi tragitti, oltrepassando muri politici, anteponendo questa sua «missione» alla pur adorata famiglia, una moglie e due figli, che da tempo avevano preso casa a Parigi, pur senza divorzi.

“Hai fatto ridere sempre tutti ma adesso ci toccherà piangere senza sosta. Non ci posso credere” con questo triste post su Facebook annuncia la morte di un grande comico. Il mondo dello spettacolo in lutto


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