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“Ora posso dirlo”. Cesare Cremonini, la dedica arriva dritta al cuore

Cesare Cremonini è uno che arriva dritto al cuore e pure stavolta ha centrato il bersaglio. Ieri ha avuto l’onore di accendere le luminarie di Bologna e l’emozione è stata fortissima. Stamattina, il cantautore ha voluto ringraziare tutti via social, con una dolcissima dedica alla città, confessando anche di aver avuto delle difficoltà nel trovare le parole giuste per farlo. È proprio vero che a volte avvengono fatti così belli, così tanto emozionanti che risultano indescrivibili. Le persone che si sono strette intorno a lui, ieri, erano davvero tante. Un abbraccio grandioso e caloroso che ha letteralmente commosso il cantautore.

“È difficile anche per me trovare le parole per ringraziarvi per tutto quello che è successo ieri”, ha esordito Cesare Cremonini prima di abbandonarsi al suo racconto agli elogi per la sua città: “Ho visto e abbracciato migliaia di persone provenienti da tutta Italia per omaggiare non me e la mia canzone, sia chiaro, ma l’idea migliore che tutti abbiamo di Bologna, a cui appartengo come tutti i suoi cittadini”. Continua dopo la foto


E ancora: “La città in cui non si perde neanche un bambino, che solo a pronunciarla la gente del mondo sorride, perché il suono del suo nome ti fa venire in mente solo cose belle, o belle persone”. Chi gli viene in mente camminando per le vie della sua città? Un altro amatissimo artista bolognese: Lucio Dalla. “Lucio vestito di bianco sotto ai portici con un bastone e dietro a lui tutti gli altri, a vedere dove va. Come in una sua vecchia bellissima canzone: ‘Lucio dove vai?’. Vai sui colli a guardare il tramonto stasera? O vai in chiesa a parlare con i quadri?”, ha scritto ancora. Continua dopo la foto


Il cantautore ha poi continuato a descrivere la sua città: “Bologna è bella di notte perché è ai suoi portici, e solo a loro, che appartiene. Come entrare in un dedalo di pensieri che si ripetono senza sosta e mai uguali. Io li cammino ogni giorno fin da bambino e non riesco a stancarmene. Dev’essere per questo che i bolognesi parlano da soli. Lì sotto a quegli archi, a guardare la grandine senza scappare, come incantati dalla propria fortuna” Continua dopo la foto

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“Oggi posso dirlo senza timore, che sono fortunato, e spero che le parole di Robin, illuminando Via D’Azeglio, siano un segno di continuità con la gloriosa tradizione musicale di Bologna”.

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