Sta facendo molto discutere il libro uscito da alcuni giorni intitolato: “This Is It!: The Secret lives of Dr. Conrad Murray and Michael Jackson” e da cui si stanno estrapolando pezzi inediti della vita del Re del Pop da lanciare in pasto ai fan e ai curiosi. Insomma giorni di grandi rivelazioni a distanza di 7 anni dalla morte del re del pop da parte del dottor Murray, colui che gli diede il Propofol, l’anestetico che lo avrebbe portato alla morte, e che per questo è condannato a 4 anni di carcere per omicidio colposo.
Intanto lui continua a rilasciare interviste esclusive, raccontando particolari rivelatigli dal cantante che gli avrebbe chiesto di raccontare la sua vita e il rapporto che li legava e che li avrebbe sempre legati.
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“Michael aveva un sacco di segreti che si portava appresso come un peso. Diceva di essere un chiaroveggente, mi diceva “Conrad, la mia e la tua vita diventeranno inseparabile per il resto dei giorni, lo vedo perche sono un chiaroveggente”. E chissà se nel futuro, Michael, aveva previsto anche che alcuni dei suoi più torbidi segreti sarebbero serviti al dottore per scrivere un libro dopo uscito dal carcere, un libro che Jackson pare avrebbe voluto fortemente. “È per questo che ho deciso di scrivere un libro, sono sette anni ormai dal momento in cui tutto è cominciato, questa enorme catastrofe della mia vita e la scomparsa di Michael”, il quale si pente ogni giorno di aver incrociato il destino del cantante.
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“Michael non mi ha mai messo al corrente dei suoi problemi con le droghe e questa è la cosa principale per cui lo incolpo. Sono arrabbiato per questo, ha compromesso il mio sostentamento, la mia intera carriera non dicendomi questa cosa. Non lo avrei frequentato se lo avessi saputo”. Insomma parole piene di dolore e di rimorso: si definisce un capro espiatorio, l’uomo che la famiglia Jackson ha voluto a tutti i costi incolpare e spiega che nel libro sono pubblicare alcune mail scambiare con loro in cui si svelano novità, e si rivela come fossero interessati solo al suo patrimonio e non al suo bene. Ma di quella famiglia avida salva solo i tre figli di Michael: Paris, Prince e Blanket. “Se mai i figli volessero incontrarmi, sarei contento di farci due chiacchiere, mi importa di loro, gli voglio bene”.