Entro luglio esce il bando per il terzo ciclo del Tirocinio formativo attivo (Tfa): lo ha confermato Gabriele Toccafondi, sottosegretario al ministero dell’Istruzione, intervenendo in Parlamento e dando alcuni numeri dei posti che saranno messi a disposizione, in tutto circa ventunomila, comprendendo anche quelli del sostegno. Il ciclo avrà la durata di un anno e verrà richiesta obbligatoriamente la frequenza ed il superamento dell’esame finale per poter conseguire il titolo necessario per l’insegnamento.
Uno dei motivi per cui non potranno iscriversi i dottorandi che saranno impegnati nella ricerca è la frequenza costante: lo prevede il co. 6, dell’articolo 3, del D.m. numero 249/2010.
(Continua a leggere dopo la foto)
![](https://www.caffeinamagazine.it/wp-content/uploads/2016/07/tfa-ret.jpg?x95137)
{loadposition intext}
Stando a quanto riporta il quotidiano economico Italia Oggi, i posti del Tfa III ciclo saranno suddivisi in questo modo: 11.328 posti per l’insegnamento comune nelle scuole secondarie (8.058 alle secondarie di secondo grado e 3.270 a quelle di primo), mentre 5.108 posti saranno riservati ai docenti del sostegno (392 per le scuole dell’infanzia, 1.749 per le elementari, 1.932 per la scuola media e 1.035 per le superiori).
![](https://www.caffeinamagazine.it/wp-content/uploads/2016/07/tfa.jpg?x95137)
Per quanto riguarda i tempi dal ministero dell’Istruzione sono trapelate informazioni sommarie: il bando, in uscita a luglio, dovrebbe prevedere le prove nel prossimo autunno, molto probabilmente a settembre. I tempi dovrebbero ridursi per permettere ai docenti precari di poter includere il titolo del tirocinio formativo attivo in occasione del primo aggiornamento possibile delle graduatorie, in programma per l’anno scolastico 2017-2018 o, perlomeno, all’aggiornamento annuale relativo a qualunque titolo che dovrà essere effettuato entro la fine di luglio per l’anno scolastico susseguente.
![](https://www.caffeinamagazine.it/wp-content/uploads/2016/07/tfa2.jpg?x95137)
Per potersi iscrivere al tirocinio formativo attivo è necessario superare l’esame di accesso e possedere un percorso di studi con competenze congiunte tra scuola ed università, oltre a dover controllare il numero dei posti messi a disposizione dal ministero dell’Economia e delle Finanze. Proprio sul numero chiuso è in corso una raccolta di firme per l’abolizione: la necessità dell’abilitazione per poter partecipare ai concorsi nella scuola e per iscriversi alle graduatorie degli istituti contrastano con il limitato accesso all’abilitazione stessa.