Vi diciamo alcune curiosità sul primo film della storia. Il cinema o meglio il cinematografo ha una data e un luogo di nascita certi: il 28 dicembre 1895 al Salon indien del Grand Café, boulevard des Capucines, Parigi. E se ai fratelli Auguste e Louis Lumière si deve l’invenzione della macchina cinematografica è a loro padre Antoine, affarista con fortune alterne, pittore e fotografo, che si deve l’intuizione che farà del film un successo: è lui a lanciare l’idea della prima proiezione pubblica a pagamento. Come racconta Thierry Frémaux, direttore dell’Istituto Lumière di Lione: “È il dicembre 1895 quando Antoine Lumière si mette alla ricerca di un locale in cui proporre al pubblico proiezioni di ‘fotografie animate’. Rifiuta diverse possibilità al primo piano e si scoraggia finché gli viene segnalata, nel quartiere dell’Opera, una sala secondaria del Gran Café, il Salon indien, un seminterrato che era stato utilizzato come sala da biliardo fino a quando la prefettura non aveva posto fine a un divertimento in cui una manciata di professionisti si imponeva troppo agevolmente su un cospicuo numero di amatori”.
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Sabato 28 dicembre uno striscione sul marciapiede del boulevard des Capucines recita: “Cinematographe Lumière. Entrée un franc”. I primi spettatori della storia del cinema sono solo 33. Mezz’ora lo spettacolo. Ma alla fine della sessione il trionfo, nei giorni successivi il pubblico diviene vastissimo, si aprono sale ovunque e nel giro di nove mesi una proiezione viene organizzata nel porto di Shangai. È la rivincita di Antoine Lumière, primo agente cinematografico della storia. È appassionante la storia che sta dietro alla nascita della settima arte, una storia tutto sommato recente ma che tra aneddoti e leggende contiene una buona dose di mistero. La questione più fumosa riguarda il primo film. E la paternità dell’invenzione…
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Sono almeno cinque i predecessori dei fratelli dal nome che è un destino: Étienne-Jules Marey (1830-1904), Eadweard Muybridge (1830-1904), Émile Reynaud (1844-1918), Thomas Edison (1847-1931), Georges Demenÿ (1850-1917) e sono ben 126 i brevetti che vengono depositati tra il 1892 e il 1896. Il padre Antoine è sicuramente presente ad una dimostrazione del Kinetoscopio di Edison nel settembre del 1894 e ne rimane fortemente impressionato. Pare che tornando a casa abbia detto: “Bisogna far uscire l’immagine dalla scatola. Rientro a Lione: i miei figli ci riusciranno”. Vengono acquistate lastre di pellicola flessibile e trasparente con le quali i fratelli iniziano i primi esperimenti. In marzo Louis e Auguste vogliono presentare il loro Cinématographe alla sala conferenze della ‘Societè d’Encouregement pour l’Industrie Mationale’. Così nasce il primo film. Il titolo è certo ‘La Sortie des usines Lumière’ (L’uscita dalla fabbrica Lumière), girato nel marzo 1895 a Lione in chemin Saint-Victor, successivamente ribattezzato ‘Rue du Premier-Film’, via del primo film. Sono diciassette metri di pellicola, 50 secondi entrati nel mito. Non esiste un documento d’archivio o una testimonianza diretta che possa dirci il giorno esatto in cui i fratelli piazzarono la loro macchina da presa di fronte al portone della fabbrica di famiglia, deve essere accaduto tra il 15 e il 20 di marzo. Escono le donne, e poi gli uomini, nessuno guarda la macchina se non furtivamente, chi assistette alla prima proiezione riferì però di una carrozza. E in questo primo film di pochissimi secondi la carrozza non c’è. Ma ne esiste un’altra versione, rinvenuta successivamente, più fragile, più rovinata, qui c’è la carrozza, il sole non è allo zenith, potrebbe proprio essere marzo, probabilmente il 19 marzo (“unica giornata di sole – come ricorda Frémaux – e per girare una ‘veduta’ seriva la luce”). E poi eccone una terza di versione, sempre gli stessi protagonisti: uomini, donne, un cane, la carrozza, i cavalli.
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Nel catalogo Lumière alla fine figurano circa 1500 film. Méliès fu uno di quei 33 spettatori primigeni. Insistette molto per acquistare dai Lumière l’invenzione di famiglia e al rifiuto di questi se ne fece costruire uno da un suo ingegnere. La leggenda vuole che il padre Auguste, quel primo agente della storia, avesse detto all’illusionista con la passione per le immagini: “Il Cinématographe non è in vendita. E ringraziatemi, giovanotto: questa invenzione non ha futuro”. E qui, ancora una volta, il mito si infrange con la realtà. “Parole divenute leggendarie ma troppo spesso citate fuori contesto – spiega Frémaux – i Lumière, avendo immediatamente compreso il valore dell’invenzione, svilupparono una strategia per cercare di stroncare sul nascere ogni possibile concorrenza”. Quell’invenzione senza futuro, definizione trabocchetto, ha compiuto 120 anni lo scorso 28 dicembre, chissà cosa ne avrebbe pensato il suo nonno, Monsieur Auguste Lumière.
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