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Acciaierie a rischio, la rabbia di Terni scende in piazza

Cassonetti bruciati, vetrine infrante, blocchi stradali improvvisati e migliaia di persone in strada a manifestare con rabbia: a Terni è guerriglia urbana a causa della minaccia di chiusura delle acciaierie, cuore economico della città. 

 


 

A fare esplodere il nuovo caso è stato il taglio del 20% sul costo delle commesse che l’amministratore delegato Lucia Morselli sta applicando alle ditte esterne. La Ilserv – 330 dipendenti circa, tutti impegnati in attività e lavorazioni indispensabili per la marcia degli impianti delle acciaierie, ha comunicato ad Ast di non accettare il taglio del 20% sul costo delle commesse.

 

 

A quel punto l’Ast ieri sera ha minacciato di lasciarla fuori, quindi di impedire l’ingresso dei dipendenti in fabbrica provocando la rabbia dei lavoratori che si sono riversati in strada con manifestazioni durate tutta la notte e blocchi del traffico con l’uso di cassonetti dei rifiuti posti in mezzo alla sede stradale (ad alcuni dei quali è stato anche appiccato il fuoco).

 

Anche questa mattina nella città il clima è incandescente: la sede del Comune è stata occupata. Intanto, la fabbrica resterà ferma fino alle sei di sabato mattina.  In queste ore è in corso a palazzo Chigi l’incontro fra i rappresentanti del governo e delle istituzioni locali. Per domani è invece previsto lo sciopero generale per il quale è attesa una forte mobilitazione.

 

Il presidente della Regione, Catiuscia Marini e il sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo, lanciano un appello.  «Ci attendiamo una straordinaria partecipazione dei cittadini e delle istituzioni dell’intera Umbria» e spiegano “Il sito di Terni è strategico per l’intera industria siderurgica nazionale e questa vertenza ha un rilievo enorme per gli interessi e per il futuro di Terni, dell’Umbria e del Paese intero. Per questo auspichiamo, e ci attendiamo, una straordinaria partecipazione innanzitutto dei lavoratori e dei cittadini di Terni e dell’Umbria e delle rappresentanze istituzionali regionali – concludono – per manifestare accanto ai dipendenti delle acciaierie, uniti dalla comune volontà di difendere il futuro di tutti. A cominciare da quello dei lavoratori».

 

 


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