Che l’Italia sia un paese a rischio terrorismo islamista è ora “certificato” dal Consiglio supremo di difesa che si è riunito ieri: “La pressione militare dell’Isis in Siria e in Iraq implica rischi rilevanti per l’Europa e per l’Italia, anche per la forza attrattiva che il movimento sembra poter esercitare su altre formazioni jihadiste e dell’estremismo islamico in aree non contigue ai territori controllati”. Secondo l’organo è dunque necessario che l’Italia, insieme a Nazioni Unite e Unione Europea, “consideri con estrema attenzione gli eventi in corso ed eserciti ogni possibile sforzo per prevenire, in particolare, l’ulteriore destabilizzazione della Libia”. La minaccia costituita dai cosiddetti foreign fighter “rende evidente l’esigenza di uno sforzo integrato e senza soluzione di continuità, sia sul fronte informativo sia su quello esecutivo, da parte dei dispositivi di sicurezza esterna e interna nazionali e internazionali”. Per questa ragione, secondo il Consiglio, la situazione in atto dimostra l’urgenza e l’importanza, pur nei limiti della ridotta disponibilità di risorse, di una rapida trasformazione delle nostre forze armate e dell’organizzazione europea della sicurezza. “Se le prime dovranno essere rese più pronte ed efficaci rispetto ai compiti da assolvere nelle aree di prioritario interesse per il nostro paese, il solo sforzo nazionale non potrà essere sufficiente a garantire l’Italia, come ciascuno degli altri paesi europei, dalle minacce e dai rischi che si prospettano già nel breve termine”.
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