Nadine, nome di fantasia, è una 33enne tunisina espulsa dall’Italia lo scorso 8 agosto. Secondo la Digos e la Procura, voleva diventare una terrorista. A ricostruire la sua storia è oggi Repubblica. La giovane era in Italia da sette anni, senza permesso di soggiorno. Dopo una storia d’amore finita male, era andata a vivere dalla sorella e, scrive il quotidiano, era “entrata nel gorgo del radicalismo islamico”. Aveva indossato il velo integrale e dalla sua stanza a Niguarda, periferia nord di Milano, aveva iniziato a cercare via internet collegamenti con diversi gruppi terroristici, evitava ogni contatto con gli italiani, considerandoli “impuri”. (continua dopo la foto)
“Devo partire. Andare in Siria. Dare la morte agli infedeli in combattimento. Il mio desiderio è combattere e morire” raccontava a familiari e amici, che invano hanno tentato di farla ragionare. Propositi ripetuti in tutte le salse su Facebook, dove condivideva immagini e documenti dei terroristi. Oltre alle tracce di questa attività sul web, la polizia a casa sua ha trovato anche il disegno di una bandiera dell’Isis. Non è detto che Nadine sarebbe riuscita a partire, più probabilmente sarebbe rimasta un cane sciolto della jihad, per le vie di Milano. Non per questo meno pericolosa nella sua guerra privata contro gli infedeli.