È vero, i maschi sono più smemorati. Ora si è scoperta pure la causa: le madri. Lo hanno detto anche gli scienziati della Emory University di Atlanta secondo i quale le madri fanno più domande alle figlie femmine che ai figli maschi, spingendo così solo le prime a sviluppare ricordi dettagliati e precisi. Secondo gli studiosi la nostra capacità di plasmare ricordi, infatti, si sviluppa con le conversazioni fatte con i genitori tra i due e i sei anni, cioè nell’età prescolare.
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Tutti pensiamo: i ricordi si nascondono da qualche parte, nel nostro cervello. Falso. I ricordi sono collegamenti tra neuroni: se sappiamo ricostruire certi percorsi mentali, possiamo ricordare. Anche dettagli tipo cosa abbiamo mangiato un determinato giorno lontano, che cosa indossavamo e cose così. E chi riesce a percorrere certe strade del ricordo lo fa sulla falsariga dell’interrogatorio fatto dalla mamma dopo l’asilo (che hai mangiato? Con chi hai giocato? Che cosa avete fatto?). Certe domande sarebbero più frequenti verso le bambine le quali, secondo i ricercatori di Cambridge, sono anche incentivate a parlare delle loro emozioni, che quindi entrano a far parte dei ricordi. Per i maschi, invece, le emozioni sono meno importanti delle azioni. Ecco perché le dimenticano prima.