Oggi è la festa nazionale del gatto. È dal 1990 che il 17 febbraio di ogni anno in Italia si celebra la ricorrenza, nonostante, come si legge sull’Ansa, la Giornata internazionale del gatto cada l’8 agosto, indetta nel 2002 dall’International Fund for Animal Welfare (Ifaw) e altre organizzazioni per la tutela dei felini di casa. Ma allora perché si festeggia anche oggi? La data del 17 febbraio è stata l’esito del risultato di un sondaggio lanciato su una rivista specializzata, Tuttogatto.
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È stato scelto febbraio per celebrarla perché è il mese del segno zodiacale dell’Acquario, considerato il segno degli spiriti liberi, proprio come i gatti, e il giorno 17, invece, per sfatare tutti i miti che hanno accompagnato la storia di questo felino. Sui siti che amano i gatti si spiega che la fama del 17 deriva dall’anagramma del numero romano che da XVII si trasforma in ‘VIXI’ cioè ”sono vissuto”, quindi ”sono morto”. Per tradizione al gatto sono attribuite sette vite, quindi il 17 diventa “1 vita per 7 volte”.
Sono almeno 9.500 anni che i gatti vivono con gli uomini e, non a caso, contrariamente a quanto si possa pensare sono proprio i felini e non i cani gli animali domestici più diffuso al mondo, dal Nord America all’Europa. Non sono amati, invece, in Australia dove la loro importazione per mano degli europei ha contribuito all’estinzione di diverse specie endemiche e ora i gatti selvatici sono nel mirino del piano di eradicazione del governo. Stare insieme a un gatto, inoltre, può essere un vero antistress. Così come guardare filmati divertenti e buffi di gattini rilascia effetti benefici a livello emotivo, come aveva certificato lo scorso anno una ricerca americana. Senza contare, poi, che in rete sono nate delle vere celebrità come Grumpy cat, il gatto imbronciato che ha dato vita anche a un business di merchandising e le vignette di Simon’s Cat, che chi è amante dei felini non può non conoscere.
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