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Divieto matrimonio gay, i sindaci in rivolta contro Alfano

  • Italia

Dopo la decisione del ministro dell’Interno, Angelino Alfano, di ordinare ai prefetti la cancellazione delle nozze gay celebrate all’estero e trascritte in Italia, arrivano le critiche da parte dei sindaci che avevano aperto al matrimonio omosessuale. Come a Milano, dove il consiglio comunale ha fatto appena in tempo a incassare l’approvazione di ieri sera del documento che invita il sindaco Pisapia a trovare le modalità per la trascrizione dei matrimoni gay contratti all’estero. Dal capoluogo lombardo è soprattutto Sel a rivolgere critiche direttamente a chi “governa con Alfano”, con un chiaro riferimento al presidente del consiglio e al Partito democratico. Ma le critiche arrivano da molte città. “Una circolare non può risolvere in modo amministrativo, burocratico, una questione che implica valori e diritti”, ha commentato il sindaco di Udine, Furio Honsell, aggiungendo che “non c’è nulla nella nostra Costituzione che proibisca” le unioni omosessuali. Il comune di Napoli, intanto, ha annunciato che ricorrerà nelle sedi giudiziarie competenti contro la circolare del ministro Alfano, dal momento che questa “è contraria al principio costituzionale di uguaglianza dei diritti”. Dello stesso avviso il sindaco di Bologna Viriginio Merola: “Se vogliono annullare gli atti delle trascrizioni dei matrimoni contratti all’estero lo facciano. Io non ritiro la mia firma. Lo facciano dunque ma non nel nome di Bologna, che come sindaco rappresento. Io non obbedisco”. 

(continua dopo la foto)


Intanto arrivano critiche anche dai parlamentari Dem. “Non servono le circolari del ministero dell’interno per annullare la trascrizione dei matrimoni all’estero, ma una legge che riconosca le unioni civili per le coppie gay”, hanno detto i senatori Pd Andrea Marcucci e Laura Cantini, primi firmatari del ddl che istituisce le unioni civili e la stepchild adoption e che hanno ribadito l’intenzione del governo di portare “in Senato entro la fine dell’anno, come ha confermato il premier Renzi, il testo base che risolverà anche la questione dei registri dei comuni”.  Con il conforto di una pare del centrodestra, come l’ex ministro delle Pari opportunità, Mara Carfagna, esortando il raggiungimento di “soluzioni in grado di riconoscere tutele, diritti e doveri a persone dello stesso sesso che abbiano deciso di condividere un percorso di vita. La decisione presa dal governo Renzi per tramite del ministro Alfano mette in evidenza un vuoto normativo che deve essere colmato”.


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