La strage di Sassano è stata l’ultima occasione di riflessione su una vera e propria piaga: le vittime della strada per l’incoscienza di chi si mette alla guida sotto l’effetto di alcol o droghe. E si torna a parlare di omicidio stradale, una fattispecie penale ad hoc per punire casi come questo. “Bisogna essere chiari: siamo tutti favorevoli a introdurre il reato di omicidio stradale (per chi si droga, chi si urbiaca, sapendo che poi si deve mettere alla guida), ma dobbiamo fare di più, dobbiamo imporre l’ergastolo della patente”. Così il ministro dell’Interno Alfano ha svelato la nuova frontiera nella lotta agli incidenti stradali. “In tema di contrasto – ha continuato Alfano – chi si mete alla guida dopo aver assunto droghe di vario genere rende difficile per le forze dell’ordine i controlli: ci sono oggettive difficoltà di individuare subito la presenza in corpo di sostanze stupefacenti. Ecco perché l’ergastolo della patente e controlli più frequenti per chi si droga sono fondamentali”. Il ministro in sostanza propone controlli frequenti e strettissimi per chi risulta consumatore abituale di stupefacenti, perché la patente deve essere solo una licenza a guidare, non ad uccidere. E chi sgarra incappa nella pena dell’ergastolo della patente.
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