Diamoci una calmata e facciamoci aiutare dalla tecnologia. La ricetta di Carlo Tavecchio per uscire dallo psicodramma Juventus-Roma e da quelli che verranno va condivisa. Il presidente della Figc invita tutti ad “abbassare i toni e ad accettare l’errore umano degli arbitri”, intanto promette che chiederà alla Fifa “di accelerare l’iter che prevede l’introduzione della tecnologia per dirimere i casi dubbi sul posizionamento dell’evento falloso al limite dell’area di rigore”.
Se il tifo è passione i nervi rimarranno tesi, ma un telecamera o dei sensori piazzati al punto giusto potrebbero almeno evitare che si logorino per giorni, mesi, anni, correndo dietro a chissà quanto giustificati complottismi. É rigore o no? L’arbitro non ha visto, ha fatto finta di non vedere o ha visto male? La moviola in campo, in pochi minuti, toglierebbe i dubbi. Però così, dirà qualcuno, il calcio si snatura, finisce il gioco, addio elemento umano, addio poesia. Si godano allora tutta l’umana poesia del calcio, e magari la indichino anche a noi, nelle polemiche di oggi e in quelle future, tra interrogazioni in Parlamento o alla Commissione Europea, fluttuazioni di Borsa e battibecchi tra campioni e mogli di presidenti.
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