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“Abbiamo scorto l’animale che stava attraversando un pascolo innevato – spiega l’agente provinciale Giancarlo Ferron, grande esperto di questo predatore – abbiamo alzato il binocolo e, quasi increduli, ci siamo resi conto che poteva trattarsi proprio di un lupo. Avevamo con noi una macchina fotografica e quando l’animale si è fermato sul dorso del pascolo, incuriosito dall’inaspettata presenza umana, siamo riusciti a scattare questa foto”.
Ferron non nasconde l’emozione per un incontro eccezionale, che potrebbe portare alla prova scientifica del ritorno del lupo nelle montagne vicentine, da dove è rimasto lontano per circa un secolo dopo che ne era stato allontanato dalla mano armata dell’uomo. Ma il condizionale è d’obbligo, e lo stesso Ferron invita alla prudenza: “Le caratteristiche fenotipiche visibili dicono che si tratta di un lupo, ma l’ultima parola spetta ora alla genetica. Per fugare ogni dubbio si dovranno infatti trovare tracce biologiche dalle quali estrarre il Dna per capire se si tratta effettivamente di un lupo oppure di un ibrido”.
La stessa prudenza impone agli agenti di non rivelare il luogo dell’avvistamento, per non destare inutili preoccupazioni e per poter procedere con la raccolta delle prove e gli accertamenti necessari a confermare che si tratti di un lupo.
“Le nostre montagne sono habitat naturale per i lupi – spiega il Comandante della Polizia Provinciale Claudio Meggiolaro – In passato sono stati perseguitati e sterminati, per i danni che causavano agli animali da allevamento, ma non dobbiamo dimenticare che fanno parte della nostra storia e hanno un’importante funzione ecologica, perché sono i predatori che contengono la presenza di ungulati quali cervi e caprioli”.
Nel mosaico della natura, il lupo è quindi un tassello fondamentale per l’equilibrio dell’ecosistema. Motivo per cui l’Unione Europea promuove e finanzia il progetto Life Wolf Alps, che ha come obiettivo la conservazione a lungo termine della popolazione alpina di lupo. Il progetto interviene in sette aree chiave, tra cui appunto le nostre Alpi, individuate in quanto particolarmente importanti per la presenza della specie e per la sua diffusione. Tra gli obiettivi del progetto c’è l’individuazione di strategie funzionali ad assicurare una convivenza stabile tra il lupo e le attività economiche tradizionali. Monitoraggio, quindi, e contrasto al bracconaggio, ma anche prevenzione degli attacchi agli animali domestici.
Un punto, quest’ultimo in particolare, su cui la Provincia assicura il massimo impegno. “Il lupo è di certo una presenza suggestiva sui nostri monti – commenta il Presidente della Provincia Achille Variati – ma è necessario perseguire quell’equilibrio che ne permetta la presenza nel rispetto delle attività produttive locali, allevamenti in primis, che hanno una funzione ecologica altrettanto importante per i territori montani”.
Caffeina news by AdnKronos
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