Facile brindare ora, col punteggio pieno, il primo posto e la Champions! Il vero tifoso romanista si è forgiato nel tempo. Ed oggi vi sono almeno 7 “re-tifosi” che girano per la Capitale sfoggiando requisiti del tutto inimitabili da altre tifoserie.
1) Il tifoso romanista perdona sempre, e sinceramente, la sua squadra. Anche negli anni bui, la comprensione per le malefatte dei giallorossi è totale, con un surplus di solidarietà se in panchina c’è Zeman. La colpa non è di Zdenek né della “Maggica” ma di presidenti, arbitri, juventini elaziali.
2) Il tifoso romanista, al contrario, non perdona mai alcuni fatti infausti della sua storia. Il “gol di Turone” o il “rigore di Graziani”, ad esempio, sono pagine più vive e dolorose dell’invasione dei Visigoti nel V secolo.
3) Il tifoso romanista non riconosce il passare dei decenni. Per lui, accanto a Pjanic, Destro e Florenzi, dilagano comunque Falcao, Nela, Di Bartolomei, Pruzzo, Bruno Conti ed alcuni altri. Totti, poi, giocherà almeno un altro millennio.
4) Il tifoso romanista litiga quotidianamente con quello laziale, ma senza mai riconoscergli lo status paritario di tifoso “cittadino”. Infatti il suo scherno è sempre accompagnato da un sorriso beffardo che allude alla benevolenza verso il lavoro agricolo, la ciociaria e i vini dei castelli.
5) Il tifoso romanista non ritiene di essere Predestinato a livello etnico (juventini), né Nobile anche se non vincente (interisti), né Vincente anche se non nobile (milanista). Lui se la gioca ogni domenica, ed ogni vittoria ha il sapore inestimabile della sorpresa.
6) Il tifoso romanista, quando la Maggica perde a ripetizione, il lunedì si rivolge ai suoi confratelli tifosi con uno sguardo di fiera rassegnazione simile a quello degli ebrei durante la diaspora: “O mia patria si bella e perduta … arpa d’or dei fatidici vati … li mortacci, che sventola”.
7) Il tifoso romanista non “si veste di giallorosso” per andare allo stadio o vedere la partita su sky con gli amici: quello è il suo abbigliamento naturale. E’ più esatto dire che, nei momenti morti della virta, si adatta al vestito grigio o alla tuta da lavoro.