Nella fiction è Vigata, nella realtà è Scicli. E le due cose si intrecciano. Quel comune siciliano è sotto i riflettori, si parla di mafia. Funzionari governativi stanno cercando carte per sciogliere il comune per infiltrazioni malavitose. Oggi saranno ascoltati i venti consiglieri, poi i funzionari prefettizi rovisteranno negli archivi e nei bilanci e poi ancora – il 6 ottobre – decideranno sul destino del governo di Scicli. Imputato numero uno della faccenda il sindaco Franco Susino, 65 anni, medico, uno del centrosinistra che ha messo su una giunta tecnica e che nel frattempo è rotolato in un’indagine della procura di Catania su appalti di rifiuti urbani. Indagato per concorso esterno. Una mezza dozzina i personaggi arrestati qualche mese fa dai carabinieri, tutti di un’organizzazione che secondo i pm detenevano il monopolio di certi affari in città favorendo anche assunzioni di amici e parenti. L’indagine è iniziata con due attachini che, nelle amministrative del 2012, incollavano manifesti elettorali ai muri. Ed è finita proprio nella stanza del sindaco Susino, la stessa dove il finto questore di Vigata riceve spesso il commissario Montalbano.