Un messaggio a un compagno di scuola, poche righe per annunciare che sarebbe rimasta a casa invece di recarsi all’istituto come tutti i giorni. Poi la scomparsa, fino a quando non hanno trovato il suo corpo a pochi passi dall’abitazione in cui viveva. Dietro la tragica scomparsa di Jenny Fry, morta a soli quindici anni, c’è però una sconvolgente motivazione.
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La ragazza, inglese di Chadlington, lamentava infatti da tempo di essere allergica al wi-fi attivo nella scuola. Mal di testa tremendi, problemi alla vescica, stanchezza continua: sintomi ricollegabili all’elettrosensibilità, un insieme di disturbi fisici e psicologici causati da campi elettrici o elettromagnetici. Una situazione che potrebbe aver spinto Jenny al suicidio: la giovane è stata infatti trovata impiccata a un albero dalla polizia, che sta ora indagando sul perché del folle gesto. I genitori non hanno però dubbi al riguardo.
“Jenny continuava ad ammalarsi sempre di più – ha raccontato la madre Debra – mi sono informata sulle cause del suo problema e ho capito che il wi-fi era diventato pericolosissimo per lei, così l’ho fatto togliere dalla nostra abitazione. A farle male era però quello della scuola. Ho provato a convincere il preside, mostrandogli prove di quanto sostenevo. Lui ha risposto che esistevano altrettante argomentazioni contrarie. A scuola, Jenny continuava a ricevere punizioni per il suo comportamento. Ma non era cattiva, cercava soltanto di convincere gli insegnanti di aver bisogno d’aiuto”.
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Neanche i genitori, però, potevano immaginare che sarebbe arrivata a tanto: “Non avevamo avuto nessun sospetto, non potevano immaginare che si sarebbe tolta la vita. Noi non siamo contrari alla tecnologia. Crediamo, però, che la salute dei ragazzi debba essere sempre al primo posto e che, di fronte a un caso del genere, si sarebbe dovuto fare un passo indietro”.