Una lunga fila di persone ha aspettato dalle prime ore del mattino di martedì 27 marzo per rendere omaggio a Fabrizio Frizzi, il celebre conduttore morto la notte tra domenica 25 e lunedì 26 all’ospedale Sant’Andrea di Roma a 60 anni. A salutarlo, nella camera ardente presso la Rai in viale Mazzini, anche tantissimi personaggi noti: i fratelli Fiorello, Flavio Insinna, il direttore generale della Rai Mario Orfeo, Luca Cordero di Montezemolo, il presidente del Coni Giovanni Malagò, il direttore di Repubblica Mario Calabresi, gli attori Alessandro Haber e Bianca Guaccero e tantissimi altri. In tantissimi si sono presentati per salutare l’amato conduttore. Sono centinaia gli “amici” di Fabrizio in coda, un fiume che, dalle 10 del mattino, viene misurato in almeno diecimila persone passate nella camera ardente, circa 900 ogni ora, tanto da prolungare l’orario di chiusura. Nella sala, come ad accoglierle, gli affetti più cari di Fabrizio, la moglie Carlotta e il fratello Fabio. Ma c’è qualcuno che ha colpito più degli altri. Si tratta di Vincenzo Pellegrini, 48 anni, che in viale Mazzini è arrivato per primo, alle sei del mattino. (Continua a leggere dopo la foto)
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L’uomo teneva in mano una foto che lo ritraeva bambino in compagni proprio di Fabrizio Frizzi. ”Era il 1983 – ricorda Vincenzo, uno dei 1666 licenziati di Almaviva – e Fabrizio era all’inizio della sua carriera. In questa occasione stava premiando noi ragazzini al termine di una manifestazione sportiva svoltasi al San Giuseppe Calasanzio, la stessa scuola che lui aveva frequentato”.”Sono cresciuto a pane e Frizzi, tra Il barattolo e Tandem, – ha raccontato ancora Vincenzo ai giornalisti che gli chiedevano informazioni sulla foto che mostrava orgoglioso agli obbiettivi dei fotografi – e non l’ho mai considerato un personaggio famoso, era uno di noi. Oggi qui ci sono tutte queste persone perché lui era esattamente come loro e il testamento che ci ha lasciato è la sua semplicità, la sua spontaneità”. (Continua a leggere dopo le foto)
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”In seguito l’ho incrociato più volte, ho partecipato ad alcune sue trasmissioni anche come pubblico e, avendo seguito tutta la sua carriera, posso dire che era rimasto quella che già era nella foto che conservo gelosamente, una persona semplice e sorridente. Ho iniziato a seguirlo che ero bambino e ho finito oggi che sono un uomo». In fila insieme a lui, alcune centinaia di persone che ricordano sorridendo il conduttore: ”Sorridiamo anche oggi – dicono – perché Fabrizio sorrideva sempre e portava così l’allegria nelle nostre case”.