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Strage di Sassano, nessuna scusante: giusto procedere per omicidio volontario

  • Italia

Dopo la “strage di innocenti” di Sassano, la procura di Lagonegro ha messo a punto l’accusa da muovere a Gianni Paciello, il 22enne che ha spezzato quattro vite guidando sotto l’effetto dell’alcol. Per il giovane si profila l’accusa di omicidio volontario, fattispecie di reato ben più grave dell’omicidio colposo. Una scelta ragionevole e giusta, quella dei magistrati lucani, e non una semplice alternativa interpretativa. Negli ultimi anni, difatti, è sempre stato forte il dibattito sul tipo di punizione da infliggere a chi causa la morte per un comportamento che non è da ritenere una imprudenza che porta alla configurazione della colpa e quindi a una pena inferiore. Perché nella decisione della procura di Lagonegro è da ricercare un principio secondo il quale chi si mette al volante dopo avere assunto alcolici o sostanze stupefacenti  è consapevole di mettere a rischio l’incolumità di chi incrocia per strada. Difatti si muove su queste considerazioni anche la novità (ancora non definitiva, ma a buon punto in parlamento) del cosiddetto omicidio stradale. L’argomentazione normativa che si vuole creare, sostanzialmente, è questa: ti metti alla guida dopo aver bevuto, sai che è pericoloso e quindi vuoi uccidere un uomo. E anche il sentimento popolare è lo stesso, a giudicare dai diversi commenti sulla rete a favore della scelta di procedere per omicidio volontario.


 


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