Fabrizio De André è uno dei capisaldi della canzone d’autore italiana. Influenzato dalla scuola di Bob Dylan e Leonard Cohen, ma ancor più da quella francese degli ”chansonnier”, Faber (soprannome affibbiatogli dal suo grande amico Paolo Villaggio per la predilezione di De André per le matite della Faber-Castell e per l’ovvia assonanza con il suo nome) è stato tra i primi a infrangere i dogmi della “canzonetta” italiana. Insieme a Luigi Tenco, Gino Paoli e altri artisti è stato uno degli esponenti di spicco della Scuola Genovese che negli anni Sessanta ha dato un’impronta decisiva alla canzone d’autore. Cantautore ma anche scrittore e attivista politico: Fabrizio De André nella sua vita si è sempre schierato con gli ultimi, gli emarginati, i ribelli, quelli che vorrebbero cambiare il mondo ma alla fine non ci riescono. Fabrizio De André nasce a Genova il 18 febbraio 1940. Leggenda narra che sul giradischi di casa suo padre avesse messo il “Valzer campestre” di Gino Marinuzzi, dal quale, oltre venticinque anni dopo, il figlio trarrà la canzone “Valzer per un amore”. Con il padre braccato dai fascisti, il resto della famiglia, scoppiata la Guerra, si rifugia nell’astigiano, per poi tornare nel ’45 a Genova. Qui De André porta avanti gli studi fermandosi all’università (facoltà di Legge) a sei esami alla fine. Questo perché, nel frattempo, era nata la sua vocazione musicale, tramite gli studi di chitarra e violino, e l’esibizione in concerti jazz, fino alla composizione di propri brani originali. La canzone che lo fa conoscere al grande pubblico è La canzone di Marinella, scritta nel 1964 e interpretata da Mina nel 1967. La Marinella della canzone pare sia esistita realmente, del resto la canzone esordisce con la frase: ”questa di Marinella è la storia vera”. Nel 1968 uscì il primo album ”Volume I” e l’anno dopo ”Tutti morimmo a stento”. (Continua a leggere dopo la foto)
Seguì ”Volume II”. Questi album ebbero uno strepitoso successo. Nel 1970 uscì ”La buona novella”, tratta dai Vangeli apocrifi, con ”Il testamento di Tito”. Nel 1975 Fabrizio fece la prima tournée. Successivamente si trasferì in Sardegna, dedicandosi all’agricoltura ed all’allevamento, nella tenuta dell’Agnata, vicino a Tempio Pausania, in Sardegna. Il 1979 è un anno funesto per Fabrizio, che sarà rapito in Sardegna, dove vive stabilmente nella sua tenuta vicino il Tempio Pausania, assieme alla sua compagna, Dori Ghezzi. Entrambe rapiti dall’anonima sequestri sarda, vengono rilasciati dopo 4 mesi, dietro cauzione pagata in buona parte dal padre di Fabrizio. Da questa esperienza negativa, però Fabrizio, rimarrà ispirato e assieme a Massimo Bubola, scriverà in seguito, delle canzoni sulla vita della gente sarda. Con il successivo Creuza De Ma (1982) De André torna alle opere maggiori, componendo di fatto il suo capolavoro. Anime Salve (1996) è il testamento spirituale di De André ed un inno alla solitudine, per costrizione o per scelta. De André fu ricoverato solo verso la fine del novembre 1998, quando ormai la malattia (un tumore al polmone) era a uno stato avanzato: uscì dall’ospedale solo il giorno di Natale, per poter trascorrere le festività a casa insieme alla famiglia, quando i medici ormai disperavano di salvarlo. De André morì nella notte dell’11 gennaio 1999, un mese prima di compiere 59 anni, all’Istituto dei tumori di Milano, dove era stato ricoverato con l’aggravarsi della malattia. Nell’estate 1998, durante la tournée del suo ultimo album Anime Salve, gli fu diagnosticato un tumore ai polmoni, che lo portò a interrompere i concerti. La notte dell’11 gennaio 1999, alle ore 02:30, Fabrizio De André morì all’Istituto dei tumori di Milano, dove era stato ricoverato con l’aggravarsi della malattia. (Continua a leggere dopo la foto)
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I suoi funerali si svolsero nella Basilica di Carignano a Genova il 13 gennaio: al dolore della famiglia partecipò una folla di oltre diecimila persone, in cui trovarono posto, estimatori, amici ed esponenti dello spettacolo, della politica e della cultura. Dopo la cremazione, avvenuta il giorno seguente alla cerimonia funebre, venne sepolto nella tomba di famiglia nel cimitero di Staglieno accanto al fratello Mauro, al padre Giuseppe e alla madre Luisa Amerio. Vita privata: Alla fine del giugno 1961 Beppe Piroddi, uno dei playboy più in auge in quel tempo, presenta a De André Enrica Rignon, detta “Puny”. Enrica, grande appassionata di jazz, ha quasi sette anni più di Fabrizio e appartiene a una delle famiglie più abbienti di Genova. Dopo qualche mese che i due si frequentano, “Puny” (deceduta nel 2004) resta incinta, e a Recco diviene la prima moglie di De André. Nel 1962 nasce il figlio Cristiano, ma i due si separeranno a metà degli anni settanta. Il testimone di nozze di De André è un amico e collega di partito del padre, Randolfo Pacciardi. Curiosamente, il matrimonio del rampollo De André è stata la sua prima citazione giornalistica. In seguito al matrimonio e alla nascita del figlio, il ventiduenne Fabrizio è pressato dalla necessità di provvedere al mantenimento della famiglia e trova un impiego come vice preside in un istituto scolastico privato di proprietà del padre. De André ha conosciuto Dori Ghezzi nel 1975: Fabrizio si era da poco separato dalla prima moglie Enrica. La coppia ha avuto nel 1977 una bambina, Luisa Vittoria detta Luvì, che oggi lavora come musicista. Luvi, la figlia di Fabrizio De André, ha 40 anni, è sposata con un musicista e ha un figlio di tre anni di nome Demetrio.
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