Il sabato nero dei supermercati. Incrociano le braccia commessi, cassieri, capireparto e affini. Si fermeranno tutti quelli aderenti alle sigle sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil. Il rischio chiusura non riguarda solo i supermercati ma anche la grande distribuzione: Ikea, Decathlon, Coop Rinascente, fino a Upim, Oviesse, Carrefour e Coin. Alla base dello sciopero il contratto di lavoro scaduto nel 2013 e non ancora rinnovato. Tuttavia, a detta dei lavoratori, sono cambiate le condizioni di lavoro: turni sempre più pesanti, aperture tutti i giorni, anche domeniche, festivi e notturni. In tutto questo, lamentano i sindacati, non c’è la volontà da parte delle aziende aderenti a Federdistribuzione, Confesercenti e Distribuzione Cooperativa di aprire le trattative. Da qui la scelta dello sciopero quando fa più male (all’incasso): di sabato.
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I sindacati si preparano a una lunga battaglia che è già iniziata sui social con l’hashtag #Fuoritutti. ”Dopo il 7 novembre – dicono i sinbdacati – in assenza di segnali positivi per sbloccare le trattative, è in programma un’altra giornata di sciopero unitario per il 19 dicembre”. A riportare il punto di vista delle imprese è il Corriere della Sera: ”Dal fronte delle imprese, una prima risposta arriva da Confesercenti. L’associazione afferma che il negoziato per lei ”è ancora aperto” e la proclamazione dello sciopero ”non ha tenuto in debita considerazione» la sua disponibilità a proseguire il confronto”.
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