Dramma per il regista italiano Michele Soavi: il figlio di 15 anni è in coma. Come riporta il Messaggero parlando di lui e di sua moglie: “Hanno visto il figlio quindicenne entrare al pronto soccorso con un codice giallo. Ma dopo poche ore hanno scoperto che era in coma. Qualcosa all’ospedale Bambino Gesù, uno dei poli d’eccellenza nella pediatria, non era andato per il verso giusto, tanto che quattro sanitari ora si ritrovano sotto processo con l’accusa di lesioni. A sporgere denuncia sono stati i genitori del ragazzo, due volti noti del cinema italiano, Michele Soavi, attore e regista di molti film per il grande schermo e la tv, e la moglie”. Un dramma incredibile quello che il regista della serie ‘’Rocco Schiavone’’ che vede protagonista Marco Giallini, è costretto ad affrontare. Figlio dello scrittore Giorgio Soavi, Michele ha iniziato a lavorare nel mondo del cinema con Joe D’Amato, poi con Lamberto Bava e Dario Argento. A quel punto inizia la sua carriera da attore. Ma è la regia la sua vera passione e inizia a dedicarsi a essa con Deliria, prodotto da Joe D’Amato, che vince il Festival di Avoriaz. Poi è la volta de La chiesa, film prodotto e scritto da Dario Argento. Continua a leggere dopo la foto

Nel 1989 è Soavi il regista della seconda unità di Le avventure del barone di Münchausen, diretto da Terry Gilliam; poi è la volta de La setta prodotto da Dario Argento. Dopo aver lavorato per vari anni con Dario Argento, qualcuno lo inizia a definire un suo erede, anche per via dei film un po’ horror un po’ grotteschi che gira (per esempio Dellamorte Dellamore tratto dal romanzo di Tiziano Sclavi). Ma quel film è un fallimento e Soavi, con quello, dice basta al cinema e si dedica alla produzione di spot pubblicitari e anche alle serie televisive. Si riavvicina al mondo del cinema nel 2006 con il film Arrivederci amore ciao e Il sangue dei vinti del 2008 entrambi i film sono tratti da romanzi. Il primo di Massimo Carlotta, il secondo di Gianpaolo Pansa. Continua a leggere dopo le foto


{loadposition intext}
E così inizia la sua carriera nel mondo delle fiction: Caccia al Re – La narcotici, e, in tempi più recenti, “Rocco Schiavone”. L’amatissima serie interpretata da Marco Giallini, racconta le vicende di un vicequestore in forza alla Polizia di Stato, romano fin nel midollo, che si ritrova a dover svolgere le sue funzioni nella città di Aosta. Saccente, sarcastico nel senso più romanesco del termine, maleducato, cinico quanto basta; odia il suo lavoro, soprattutto odia Aosta la città in cui è costretto a lavorare. Ora incrociamo le dita e speriamo che il figlio del regista superi questo momento terribile e si riprenda quanto prima.