Se vi capita, soprattutto in inverno, di sentire un improvviso dolore alle estremità di alcune dita e, guardandole, vi accorgete che sono diventate completamente bianche rispetto alle altre, non è solo un semplice problema di circolazione dovuto al freddo. È probabile che, se soffrite di questo morbo, siete ormai abituati ai suoi effetti scioccanti e vi sarete convinti di aver a che fare con dei “geloni cronici”. Attenzione, però, la verità è un’altra e molto più seria. Siete sicuramente dei forti fumatori o comunque soggetti al fumo passivo, a causa del quale avete contratto questa malattia e non è il caso di prenderla alla leggera. È un problema che colpisce frequentemente e in tanti ne soffrono. Eppure in pochi sanno di cosa si tratta e per lo più ne ignorano le cause. Le temperature rigide non c’entrano nulla e chi si accorge di esserne affetto farebbe bene a correre ai ripari o, quantomeno, tenere sotto controllo la situazione. Niente panico però: è possibile contrastare questa malattia. Il primo consiglio, ovviamente, è quello di smettere di fumare e di evitare il più possibile l’esposizione al fumo. Non solo, esistono altre soluzioni e, nei casi più gravi, non è escluso il ricorso alla terapia chirurgica. (Continua dopo la foto)
Diffusa in tutto il mondo, i fumatori sono i più colpiti dalla malattia, infatti la prima terapia consiste nel divieto assoluto di fumare. Molti pazienti mostrano un notevole e immediato miglioramento già poche settimane dopo aver smesso questa abitudine. È prevista anche la somministrazione di cortisonici, antinfiammatori non steroidei (Fans), anticoagulanti e vasodilatatori. In rari e selezionatissimi casi è possibile ricorrere alla chirurgia: la simpatectomia lombare (cioè praticata recidendo i nervi della regione lombare che regolano la contrazione dei vasi), infatti, risulta molto utile e poco rischiosa. Ad ogni modo, la malattia tende a divenire cronica e si protrae per molti anni. Se non ha raggiunto uno stadio troppo avanzato, se il paziente ha smesso di fumare e si attiene alle altre prescrizioni, in molti casi è possibile evitare la complicazione più grave, cioè la gangrena di un arto.