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Il famoso cantante racconta gli ultimi istanti di vita del padre, scomparso poco tempo fa. Da lui c’è da aspettarsi di tutto ma stavolta, forse, ha perso una buona occasione per tacere

 

“Mi sto impegnando a stare bene, anche se ogni tanto rischio di andare in pezzi. L’ultimo periodo è stato molto doloroso per me, ho dovuto affrontare diverse perdite, tra cui quella di mio padre, pochi giorni prima di partire per il tour europeo. Anche se era una situazione che purtroppo si trascinava da diverso tempo”. A pochi giorni dall’uscita del nuovo singolo Marilyn Manson, il provocatorio artista americano, parla dell’ultimo periodo a cominciare dalla morte del genitore. Figura ironica e grottesca, racconta Manson, che da mesi lottava contro la malattia che se l’è portato via mentre il cantante era lontano. “Io non ero con lui nella stanza, ma l’infermiera che lo seguiva mi ha raccontato che se ne è andato puntando il dito e reggendosi il pacco con una mano. Mio padre aveva un senso dell’umorismo molto spiccio e grottesco, per cui ogni volta che racconto questa storia penso a lui che se la ride mentre lo sputtano. Mio padre è morto col cazzo in mano, e visto quanto gli piaceva il sesso, direi che se ne è andato alla grande”. Un padre di cui Marylin è degno figlio. Nelle settimane scorse intanto, è uscito un nuovo album del cantante. (Continua dopo la foto)



10 tracce di buon rock. “Heaven upside down” (questo il nome dell’album) scrive per Rock ol Claudio Tedesco, è un disco fatto apposta per ricordare a noialtri ascoltatori impressionabili che l’ex nemico pubblico numero uno d’America è ancora un provocatore. Per presentarsi nuovamente dietro la maschera del personaggio malvagio e controverso, che in realtà nasconde un osservatore della decadenza della società americana, Manson rispolvera i trucchi di sempre. Messi da parte gli echi rock-blues dell’album del 2015 “The pale emperor”, torna allo stile industrial-metal che l’ha reso celebre. E anche se alla lunga le provocazioni di artisti come lui perdono fascino e incisività, e anche se oggi la sua musica è più intrattenimento che shock culturale… (Continua dopo le foto)


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E anche se non contiene grandi canzoni, “Heaven upside down” suona piuttosto bene per essere il disco di uno shock rocker di 48 anni. È l’album di un artista che, non potendo contare su grandi composizioni, punta tutto sull’impatto sonoro, la qual cosa lo rende un disco perfetto da ascoltare in cuffia, a volume alto. Se un tempo si sentiva Manson per farsi spaventare, o per deridere assieme a lui la parte più bigotta dell’America profonda, oggi lo si ascolta per vedere come andrà a finire la saga dell’uomo e della sua maschera grottesca. “Scrivo canzoni per lottare e fottere, se non vuoi lottare io ti fotto”, recita “JE$U$ CRI$I$”. Non c’è spazio per le sottigliezze, qui. “Heaven upside down” è l’arma usata da Manson per combattere l’irrilevanza. Assordandoci.

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