Vorresti lavorare con Google? Basta digitare le parole giuste. No, non è uno scherzo, succede davvero. “Tre mesi fa pensavo di non esser pronto per lavorare a Google, ma l’azienda la pensava in modo diverso”, racconta Max Rosett, neoassunto tra l’esercito dei talentuosi ingegneri della società di Mountain View. Il ragazzo non ha inviato un curriculum né stava cercando l’attenzione dei due fondatori Sergey Brin e Larry Page. Perché nessuno dei siti di BigG (né della neonata Alphabet) ha una voce “Lavora con noi”.
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Tutto è cominciato – come riporta Il Corriere della Sera – con una ricerca (su Google ovviamente): “Python lambda function list comprehension”. Rosett si stava documentando per un progetto informatico che stava portando avanti per la sua seconda laurea, in informatica (la sua prima è in matematica, a Yale). E Python è un linguaggio di programmazione molto amato dalla Grande G. Ma, dopo aver cliccato su uno dei risultati, è successo qualcosa di inaspettato. La pagina web è stata inghiottita da uno sfondo nero, dal quale è sbucato un messaggio: “Stai parlando la nostra lingua. Sei pronto a una sfida?”. Poi, tre opzioni: “Voglio giocare”, “No grazie” e “Non mostrare più questo messaggio”. Rosett ha accettato. Come in una pellicola hollywoodiana sugli hacker, al ragazzo è apparsa una schermata con solo testo, simile a un terminale Unix. “A questo punto mi aspettavo qualcosa come: ‘Segui il bianconiglio’” scherza il ragazzo, citando il celebre film Matrix.
Invece venivano proposte sfide di programmazione da risolvere entro 48 ore. Rosett ha superato tutte le fasi e solo allora gli sono state chieste le sue informazioni personali. Due giorni dopo la telefonata dal quartier generale per chiedere il curriculum. Poi la convocazione. A Mountain View ha dovuto risolvere altri problemi su una lavagna. In quindici giorni, il processo di selezione era completato, Rosett ha superato tutte le prove. E, in novanta giorni, è stato assunto.
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