I risultati di un’inchiesta del New York Times stanno facendo riflettere molti. Si tratta di un accurato approfondimento sul ”mondo” Amazon: è stato raccontato cosa succede all’interno dell’azienda. Cosa sono costretti a subire ogni giorno i dipendenti, costantemente monitorati e stimolati a produrre sempre di più. C’è chi giura di aver visto scoppiare in lacrime ogni collega almeno una volta e chi ricorda di aver lavorato per quattro giorni senza dormire. Di solito, poi, chi non regge il ritmo delle 80 ore settimanali viene cacciato via, senza pietà. Appena mettono piede in azienda, i dipendenti devono dimenticare le ”cattive abitudini” che hanno imparato svolgendo altri lavori. ”L’azienda sta conducendo un esperimento per capire quanto può ‘spingere’ sugli impiegati per soddisfare le sue sempre più grandi ambizioni”, scrive il Nyt. Jeff Bezos, il miliardario fondatore, non ha esitato a rispondere all’attacco del giornale americano, insistendo sul fatto che quello non è il luogo di lavoro da lui conosciuto e quei racconti non appartengono ai suoi ”premurosi dipendenti”: ”Credo fermamente che chi lavora in una società che è davvero come quella descritta dal New York Times sarebbe pazzo a rimanere. Io la lascerei”.
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Non è questo il primo racconto su come vengono ”trattati” i dipendenti da Amazon. L’azienda è tristemente famosa per il “trattamento speciale” che riserva ai suoi lavoratori. Già tempo fa aveva fatto scalpore il racconto di una donna americana, che aveva deciso di lasciare il posto di facchina in uno dei magazzini della Pennsylvania, riducendosi in povertà. “Meglio senzatetto che lavorare da Amazon – aveva affermato -. Non ho una casa dove abitare. Ma le mie giornate peggiori sono meglio delle migliori giornate passate a lavorare lì dentro”. L’ex dipendente aveva raccontato di essere stata costretta a lavorare in isolamento e sotto sorveglianza costante. Le storie raccontate da New York Times sono un altro capitolo della vicenda.
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