Sharon Stone, l’ultima diva. O almeno la più capricciosa. I fratelli Antonio e Pupi Avati, rispettivamente produttore e regista-sceneggiatore (insieme al figlio Tommaso) di “Un ragazzo d’oro”, in uscita in circa 300 sale il 18 settembre, raccontano con sincerità il rapporto con la star, interprete del film con Riccardo Scamarcio, Cristiana Capotondi e Giovanna Ralli. “Ho pensato a Sharon Stone già in fase di sceneggiatura: volevo una donna carismatica, immediatamente riconoscibile, che potesse rappresentare una ex attrice che fa l’editrice – racconta Pupi Avati – Sharon Stone non è certo una delle attrici americane più talentuose, ma è conosciuta in tutto il mondo”.
L’inseguimento alla diva e’ stato lungo e ricco di colpi di scena. “Si potrebbe scrivere un racconto sul percorso per portare Sharon Stone sul nostro set – spiega il fratello del regista, Antonio, produttore del film -. Siamo andati a prenderla a Firenze dove era andata a trovare Bocelli. L’abbiamo trovata sola, seduta su una valigia, sul binario sbagliato. La classica attrice americana in leggero declino. Sul treno è stata omaggiata e il suo essere star ha iniziato a palesarsi. L’ego poi è cresciuta a Roma, dove è stata accolta da 30 fotografi. Poi ancor più in albergo dove aveva la suite migliore fino al giorno delle riprese a piazza del Popolo dove c’erano ad attenderla 220 fotografi”. Il rapporto tra i fratelli Avati, grandissimi artigiani del cinema italiano, e una delle esponenti dello star system hollywoodiano ha avuto inevitabile epilogo da commedia di Blake Edwards: l’attrice è scomparsa nel nulla l’ultimo giorno di riprese, lasciando nella disperazione troupe, produzione e regista. “Dovevamo girare una sola scena, il bacio tra Sharon Stone e Riccardo Scamarcio sulla panchina. C’erano numerosi fotografi e un operatore tv – racconta Pupi Avati – Improvvisamente ci siamo accorti che Sharon era scomparsa. Dopo ore di ricerche il suo agente da Los Angeles ha chiamato per dirci che non sarebbe tornata sul set a meno che non avessimo mandato via tutti gli estranei. Così abbiamo fatto e lei è scesa dalla macchina che stava a dieci metri dal set e ha ripreso a lavorare come se nulla fosse”.
“Un ragazzo d’oro” è la storia di un giovane scrittore e pubblicitario (Riccardo Scamarcio) che perde il padre col quale ha sempre avuto un rapporto conflittuale. Cercando nel computer del defunto, un ex sceneggiatore di film di serie B “amatissimi da Tarantino”, inizia a scoprire chi fosse realmente l’uomo e parte un processo che lo porterà a riconciliarsi col padre e, al contempo, a perdere il senno. Nel film Sharon Stone rappresenta l’ultima donna del quale il padre si è invaghito, affascinante 50enne che turba anche il figlio dell’uomo. Nell’incontro tra la donna e il ragazzo nello studio della casa editrice, Sharon Stone accavalla le gambe. Una citazione ovvia al film che l’ha resa celebre, “Basic Instinct”. “Glielo dicevo tutti i giorni – racconta divertito Pupi Avati -: ti rendi conto che sei Sharon Stone perché hai accavallato le gambe?”. (Leggi anche Sharon Stone: la verità sulla scena cult di Basic Instinct)
Cristiana Capotondi, accanto a Scamarcio nel film nel ruolo della fidanzata, rivela poi un aneddoto divertente sulla grande attrice americana: “Ha preteso e ottenuto di fare shopping con la carta di credito del produttore! Antonio Avati l’ha fatta seguire da un ragazzo che gli diceva in quale negozio di via del Corso faceva acquisti. Quando è entrata da Bulgari – racconta divertita – ho visto Antonio sbiancare!”.