“Sono un combattente e non mi vergogno di dire che ho già ucciso, con il coltello e con l’esplosivo. Le nostre brigate non decapitano solo giornalisti stranieri, ma anche poliziotti locali, burocrati, spie e tutti coloro che lottano contro di noi. Ma ho sempre eseguito gli ordini dei miei capi, senza mai prendere io stesso iniziative”, Ahmed Hussein, 29 anni, iracheno di Tikrit parla così in un’intervista a Repubblica. “Dobbiamo vendicare i fratelli sunniti e difenderli dallo straportere sciita. Credo che in guerra sia tutto permesso, compresa la crudeltà. Come, del resto, dimostrano gli americani e l’esercito sciita di Baghdad quando compiono i loro massacri sulle popolazioni sunnite”.