La gravidanza è un momento difficile per una donna, il corpo che cambia, la prospettiva di una vita che non sarà mai più la stessa e per alcune future mamme si manifesta lo spettro della depressione. Tutto questo non capita solo alle ‘comune mortali’ ma anche a molte celebrità. L’ultima testimonianza in questo senso è quella dell’attrice americana Amanda Seyfried, diventata mamma di una bambina alla fine di marzo, che ha ammesso di aver assunto questo tipo di farmaci mentre era in dolce attesa, per tenere sotto controllo la sua salute mentale in un periodo così delicato e potenzialmente stressante per una donna: “Non ho mai smesso di assumere il mio antidepressivo – ha detto la protagonista di Mamma Mia! nel corso di un’intervista per il podcast Dr. Berlin’s Informed Pregnancy -, perché mi serve realmente per l’ansia. Prendo il Lexapro da ormai moltissimi anni e non l’ho interrotto, anche se a dosi estremamente basse”. La star di Hollywood nel 2016 ha ammesso di soffrire di disordine ossessivo compulsivo dall’età di 19 anni, una condizione che ha aumentato il suo stato ansioso, rendendo così necessario il ricorso alla terapia farmacologica con gli antidepressivi. (continua dopo la foto)
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Di fronte a questa situazione a molti è venuto il dubbio se prendere questo genere di farmaci può rappresentare un rischio per lo sviluppo del feto? “Il tema è senz’altro complesso – ha spiegato al Corriere della Sera Antonio Clavenna, del Laboratorio per la Salute Materno Infantile dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano – e non esiste una risposta univoca in tal senso, perché gli studi sull’argomento non sono conclusivi. Quello che finora è stato possibile notare è che la paroxetina, un farmaco utilizzato nei casi di depressione maggiore e disturbi d’ansia, aumenta il rischio di malformazione del cuore del feto fino al 2% dei casi, mentre con altri farmaci appartenenti alla categoria SSRI tale rischio non è escluso, ma è più lieve”. (continua dopo le foto)
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Ma la cosa per la quale l’attrice è stata molto criticata è che secondo alcuni ha messo in pericolo la vita del suo bambino. “Anche in questo caso gli studi hanno però dato risultati contrastanti – sottolinea Clavenna -, mentre per quanto riguarda i sintomi di astinenza nel neonato, si tratta di fenomeni di minore entità, che passano da soli e in genere non richiedono alcun intervento medico”. Al di là dell’esperienza personale della Seyfried, gli antidepressivi in gravidanza si possono considerare sicuri? “È indubbio che chi soffra di depressione in gravidanza sia più a rischio di depressione post-partum – conclude l’esperto dell’Istituto Mario Negri – e in questi casi la terapia farmacologica può aiutare, ma come sempre occorre valutare caso per caso, continuando la terapia con gli antidepressivi laddove necessario, ovviamente sotto stretto controllo medico e con la minima dose efficace”.
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