“Sposo Caterina, fra pochissimo. Il 3 agosto, qui a casa mia. Quattro testimoni e noi, una cosa intima. Sarà la felice conclusione della mia esistenza”. Tinto Brass choc. Da sempre abituato a stupire, ma stavolta non si tratta di un lavoro, dell’ennesimo film di cui discutere. È la sua vita privata. Intervistato dal Corriere della Sera, il regista svela che sta per convolare a giuste nozze. A 84 anni. Al giornalista che gli fa notare come sia una ripartenza e non una conclusione, Brass risponde con prontezza: “Ripartenza ma anche conclusione, perché quando io non sarò più in grado di badare a me stesso, Caterina sceglierà per me la cosa giusta. Le consegno la chiave della mia vita, sicuro che lei la girerà al momento giusto”. Eutanasia. “Certo – ammette Brass – voglio essere libero di decidere come morire, prima di perdere la dignità. Abbiamo un patto molto forte che vogliamo suggellare nel matrimonio. Se mi venissi a trovare in una condizione grave e irreversibile è giusto staccare la spina. E lei potrà decidere il nostro ultimo viaggio insieme”. Racconta della sua futura moglie. (Continua a leggere dopo la foto)
Ricercatrice universitaria e avvocato, oggi è un’assistente premurosa di Brass. L’ha anche voluta come protagonista di un cortometraggio nel 2009. Un legame reso ancora più forte, quando nel 2010 il regista è stato colpito da un ictus. La malattia gli ha cancellato la memoria. “Da allora mi ha fatto rinascere – ricorda il regista – mi ha riportato alla vita e alla memoria, quando ero finito e pensavo di buttarmi giù dalla finestra dell’ospedale”. Di lei apprezza tutto. “Caterina mi ha fatto tornare quello che ero. È la mia Circe paziente. E poi è molto, molto sexy”. Poi parla del loro matrimonio. Simbolico. Perché la loro unione, come spiega lei al quotidiano, è già vera. (Continua a leggere dopo le foto)
{loadposition intext}“Diciamo che è anche una forma di legittimazione del mio ruolo al tuo fianco, necessaria perché tu possa disporre del tuo futuro”. E non c’è pericolo che qualcuno possa pensare a un’unione d’interesse. “Al contrario di quello che qualcuno pensa – incalza Brass – lei non avrà ricchezze, per il semplice fatto che non ho proprietà. La cosa più preziosa è il mio archivio, che è importante per il mio lavoro”. Non pensa solo alla morte. Ha qualche progetto ancora. “Se riesco faccio Ziva, storia di amore e di guerra, di pacifismo che vince su tutto. Poi potrei rimontare Caligola, me l’ha chiesto Kelly Holland della Penthouse”.