Una storia terribile di maltrattamenti e violenze a danni di un bimbo di quattro anni che, proprio a seguito di quegli abusi, non ce l’ha fatta. Era il luglio del 2013 quando la madre Magdalena Luczak e il patrigno, Mariusz Krezolek (due ragazzi di origine polacca giunti in Gran Bretagna in cerca di lavoro) portarono il piccolo alla morte. Lo privavano sistematicamente dei pasti e lo tenevano per ore in uno stanzino privo di riscaldamento. Più volte, poi, lo avevano picchiato e maltrattato. Stanco, affamato e sofferente, Daniel aveva perso i sensi in presenza della mamma ma lei, invece di chiamare i soccorsi, lo aveva chiuso in quello stanzino, lasciandolo lì per le successive 32 ore e, di fatto, condannandolo a morte.
Nel corso del processo i medici intervenuti a testimoniare hanno riferito di un bambino in condizioni terribili, paragonandolo addirittura a una vittima di un campo di concentramento nazista. Per la mamma e il suo compagno la pena dell’ergastolo. Da allora la donna è stata tormentata dai sensi di colpa e ha deciso di togliersi la vita nella sua cella del carcere. E per uccidersi ha scelto una data molto significativa, il giorno in cui il piccolo Daniel avrebbe compiuto 6 anni.
Sorridente, faccia da bravo ragazzo, ma alla sua fidanzata faceva cose terribili mentre dormiva…