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Caso Yara, l’ombra del serial killer: Bossetti e quegli altri 2 cadaveri

  • Italia

 

Comincia oggi il processo a Massimo Bossetti, il muratore accusato di aver ucciso Yara Gambirasio, 13 anni, a Brembate, il 26 novembre 2010. I suoi difensori, Claudio Salvagni e Paolo Camporini, hanno una richiesta clamorosa alla Corte d’Assise: che vengano acquisisti tre fascicoli da valutare in dibattimento. La loro tesi è che ci sia un serial killer responsabile di altri due omicidi.

Quali? Uno, riporta il Giorno, è quello di Mohammed Fikri, il giovane piastrellista marocchino, finito inizialmente nell’inchiesta per una sua dichiarazione tradotta male e poi prosciolto. Gli altri riguardano due morti violente. La prima è quella di una ragazza indiana di ventuno anni, Sarbit Kaur, di Martinengo: il suo corpo viene trovato a Cologno, nel fiume Serio, un mese dopo la scomparsa di Yara. Il caso viene archiviato come suicidio ma secondo la difesa di Bossetti non è così chiaro. Perché su Sarbit vengono trovati tagli simili a quelli lasciati su Yara dal suo assassino.

Infine, c’è l’omicidio di Eddy Castillo, 26 anni, di Almenno San Bartolomeo, ucciso a pugni la notte del 16 gennaio 2011, vicino alla discoteca Sabbie mobili e a 200 metri dal campo dove viene ritrovata Yara. Dall’elenco dei soci della discoteca uscì il nome di Damiano Guerinoni, l’anello di partenza per risalire allo zio Giuseppe Guerinoni, padre naturale di Ignoto 1, e quindi, secondo l’accusa, di Massimo Bossetti. Per questo omicidio è stato condannato a 20 anni (ridotti a 16 in Appello) un operaio di Carvico, Nicola Comi.

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