La lingua ufficiale del nostro Paese sulla carta costituzionale? Nessuna. Così l’Accademia della Crusca ha riunito giuristi e costituzionalisti per fare, dopo settant’anni, l’aggiunta. «Crediamo che dare un riconoscimento ufficiale della lingua sia il primo passo verso la valorizzazione dell’italiano» ha dichiarato Nicoletta Maraschio, presidente dell’Accademia. «Dobbiamo smetterla di sentirci subalterni nei confronti, ad esempio, dell’inglese» ha concluso. La dichiarazione segue l’annuncio dato un anno fa dal dal rettore del Politecnico di Milano che dichiarava di voler avviare corsi magistrali solo in inglese. «Una scelta suicida» a detta di Maraschio. Non tutti sono d’accordo, però, sulla richiesta dell’Accademia della Crusca. Tra i contrari, un giurista attaccatissimo alla Costituzione, Stefano Rodotà: «Un vincolo costituzionale simile, in Francia, ha causato molte distorsioni: la postilla fu infatti utilizzata per impedire che venissero elargiti fondi pubblici a studiosi di altri Paesi».