A cento anni dalla prima guerra mondiale Smac, un’associazione culturale francese (Service Mobile d’Animations Culturelles) presenta la mostra En réponse à la guerre con la quale trasforma uno dei simboli più evocativi della guerra in un messaggio di pace. Circa 71 artisti, affermati ed emergenti, mettono in discussione la guerra attraverso il riutilizzo di vecchi caschi militari appartenenti ad epoche e conflitti diversi che, in mano a pittori, ceramisti e designer provenienti da tutta Europa vengono trasformati in opere d’arte. La scelta del casco non è stata casuale: “L’elmo è il simbolo del rapporto diretto con il soldato ma, al tempo stesso, identifica l’esercito a cui appartiene”, spiega Freddy Pannecocke, curatore dell’esposizione. “La volontà della mostra è suscitare riflessioni storiche sulla Grande Guerra, per ricordare alle attuali e future generazioni che quel conflitto è parte del patrimonio comune europeo e soprattutto che l’Europa è stata costruita su bagni di sangue prima che sull’economia” È il primo evento itinerante di arte contemporanea che toccherà non solo la Francia ma anche i paesi limitrofi in un percorso che si protrarrà fino alla fine del 2018. L’esposizione inaugurale sarà al castello di Hardelot, a Condette dove la mostra potranno essere visitata fino al 5 ottobre.