“Da mio padre in eredità ho avuto solo fame e debiti”. Altro che fama. Christian De Sica parla del suo celebre papà, Vittorio. Un mostro sacro del cinema italiano. Un mito. Ma nell’intervista rilasciata al Fatto quotidiano, c’è un aspetto che non tutti conoscono e nemmeno s’immaginano. Un rapporto complicato e un’eredità pesante. Dopo la morte di Vittorio De Sica, la sua famiglia ha attraversato un periodo molto difficile. Fine anni Settanta, Christian era fuggito con Silvia Verdone, sua moglie e sorella di Carlo Verdone. Le famiglie erano contrarie, perché giovanissimi. Lui, non ancora affermato, era solo e doveva badare alla compagna di sette anni più giovane. Oggi non ha difficoltà ad ammettere che quel periodo è stato molto duro. “Abbiamo proprio sentito i crampi allo stomaco. Quando ci siamo conosciuti mio padre era morto da poco. Io ero senza una lira in tasca, solo i debiti precedenti. Ricordo benissimo che all’epoca saltavamo i pasti. Una volta giravo un film in Francia, e parliamo di fine anni Settanta”. (Continua a leggere dopo la foto)
Era difficile mettere insieme i pasti: “A colazione ci davano due uova con la pancetta, io le prendevo e le davo a mia moglie. Per me era digiuno”. La svolta arriva con i “cinepanettoni”. Film che avrebbero definitivamente dato fama e successo a Christian De Sica. Nel 1984 il primo di una lunga serie. Ma non fu facile. La pellicola si girava a Cortina. Era Vacanze di Natale. Christian recitava nel ruolo di uno “ricco, giovane e stronzo”. Sfortunatamente per lui, la realtà era ancora ben diversa. “Era appena nato Brando, mio figlio – ricorda De Sica – durante le riprese io, Silvia e Brando siamo stati ospitati a casa di un’amica. La diaria non bastava per tutti”. (Continua a leggere dopo le foto)
{loadposition intext}Qualcuno potrebbe stentare a credere a un racconto simile. “Sì, lo so, sembra incredibile, io figlio di, lei figlia e sorella di, eppure è esattamente andata così. Anche allora chi non era del mondo del cinema e non sapeva l’enormità del vizio al gioco di mio padre, non ci credeva del tutto”. Il ruolo che tanto successo gli ha portato, lo deve a Maurizio Costanzo. Fu lui a suggerirgli la parte del figlio viziato e antipatico. “A fine proiezione – ricorda De Sica – dopo avere visto il numero di presenti e le risate della sala, guardai Silvia e le dissi, da oggi se magna”.