Il governo centrale ha dato disposizioni molto chiare: “aiutare chi è in difficoltà”. Il Ddl povertà, già approvato alla Camera e ultimamente anche in Senato, sta per diventare attuativo, ma per farlo c’è bisogno di liquidità immediata. Non poche le proposte per “racimolare” quei 2 miliardi di euro annui che consentono l’operazione. Ecco quindi la “flat tax” che permette ai Paperoni stranieri di prendere la residenza in Italia con una tassa forfettaria di 100mila euro ad-personam. Ma basterà? Niente affatto. C’è bisogno di qualcosa di più. Secondo l’indiscrezione pubblicata oggi dal Mattino, c’è un modo di recuperare velocemente fino a 200 milioni di euro: tassare le sigarette. È una delle ipotesi allo studio del governo per la manovra correttiva in arrivo entro aprile. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) starebbe pensando ad un aumento dell’onere fiscale minimo – la cosiddetta “flat tax” oggi a 170,54 euro al kg – di 5 euro al chilogrammo. In concreto, l’aggravio potrebbe tradursi in un rincaro compreso tra i 10 e i 20 centesimi al pacchetto di sigarette.
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Il riordino delle accise sui tabacchi è previsto dal decreto legislativo 188/2014 attuativo della delega fiscale. Ogni anno il Mef può cioè intervenire sulla tassazione del settore con dei limiti massimi fissati in 5 euro al kg per l’onere minimo e in 0,5 punti percentuali per l’accisa proporzionale al prezzo di vendita (oggi al 58,7%). Tante le proposte trasversali che arrivano da tutte le parti politiche in gioco. Una tra tutte la manovra che consentirebbe all’Italia di racimolare 8,5 miliardi di euro l’anno legalizzando la Marijuana evitando così di aumentare le accise delle sigarette (e perché no del gasolio).
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L’esperienza del Colorado insegna che legalizzare l’erba conviene. Il rapporto a un anno e mezzo dall’apertura dei coffee shop nello stato Usa parla chiaro: spesa sanitaria invariata, crimini diminuiti e le entrate fiscali cresciute. Un esempio da seguire, come ha più volte ribadito anche l’antimafia.
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