”Andremo a giudizio, Alitalia mi pagherà il soggiorno, i danni e io pagherò questi 2 o 3 euro di danni del telefono. Ripeterei quei termini? Assolutamente sì, ho utilizzato le parole che userebbe qualsiasi italiano maschio che nei momenti di rabbia perde la pazienza. Quando uno s’incazza, s’incazza! Sissì, sissì. Tutti coloro che mi scrivono me lo confermano. Colpa di Alitalia inefficiente e incapace”. A parlare è Roberto Formigoni, il giorno dopo la bufera sul video, girato da un passante e poi messo in rete. L’ex governatore della Lombardia non è pentito. Anzi.
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In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera difende l’uso delle parole, e soprattutto degli insulti, per la rabbia: ”Il mio era un linguaggio inappropriato per un cattolico ciellino? Questo moralismo d’accatto mettiamolo da parte. Gente che non va in chiesa che critica chi ci va non può essere presa in considerazione. Sono stato trattato come un pacco postale, sbattuto di qua e di là. Gli italiani avrebbero detto parole diverse? Lei non sa quanti messaggi mi stanno arrivando. E tutti mi confermano che da 6 mesi i voli di Alitalia sono costantemente in ritardo. Incredibile quanti siano i cittadini che hanno subito soprusi che mi telefonano per dirmi ‘bravo, finalmente qualcuno ha detto ad Alitalia quello che si merita”’. Ripercorre poi tutte le peripezie per raggiungere il gate: ”Davanti a me c’era un gruppo di 10 persone con donne e bambini. Ho aspettato che imbarcassero tutti, poi ho chiesto di essere imbarcato, ma quel volo ormai era completo. A quel punto mi hanno mandato a un altro gate, ma nel frattempo si sono fatte le 21.57 e ho perso il volo. Ho subito un sopruso. Chiederò i danni: il rimborso del taxi (due viaggi) e le spese di una notte in albergo”.
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