Tutte le novità emerse dagli studi dei massimi esperti di Caravaggio condotti in occasione del trascorso IV centenario della sua morte (1610-2010) saranno fatti conoscere al pubblico milanese e non solo. Nuove letture, nuove prospettive che talora hanno colmato lacune, talaltra hanno aperto interrogativi e spazi di ulteriore indagine. Varie mostre dedicate a Caravaggio intendono far luce su una delle personalità più complesse e originali della storia dell’arte: un artista dal carattere sfuggente e rude, che seppe imprimere nelle proprie opere la crudezza e insieme la grazia, inaugurando uno stile personale originalissimo e fortemente provocatorio. In occasione del VI centenario dalla morte di Caravaggio, le mostre presenteranno al pubblico alcuni nuovi studi utili a colmare quei vuoti biografici che ancora alimentano di mistero la movimentata carriera dell’artista, dai suoi anni lombardi, passando per il soggiorno romano e napoletano fino a Malta e alla Sicilia, in un’epopea durata soltanto 14 anni ma destinata a capovolgere le sorti della pittura dell’intera Europa. (Continua a leggere dopo la foto)

Tra crimini e commissioni, tra glorie e fughe, la vita privata di Caravaggio si interseca inevitabilmente con la sua carriera artistica, determinandone gli spostamenti e quindi le influenze, in un turbinio di informazioni e di dubbi che in mostra a Milano e Roma trovano nuovi spunti e nuove soluzioni, ma non mancano di creare nuovi interrogativi. Ma le mostre di Caravaggio in fondo suggeriscono che è proprio questo il suo fascino: sempre sfuggente, sempre in bilico tra una vita inquieta e una produzione estremamente solida e consapevole, che sa affascinare, stupire e forse un po’ anche scandalizzare, anche a distanza di oltre 400 anni.
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Delle 3 opere di Caravaggio presenti nelle collezioni della pinacoteca londinese, in arrivo prossimamente in Italia proprio per la mostra, l’attesa non è per la splendida «Cena in Emmaus», 1601, periodo d’oro del maestro a Roma, né per il «Ragazzo morso dal ramarro», 1594, esordio romano, ma per la «Salomè con la testa del Battista», dipinta a Napoli nell’ultima drammatica fase della vita (1609-1610). Indubitabile, comunque, il grande afflusso di pubblico per questa ennesima celebrazione della star del barocco che fa battere i cuori. Sicuramente un’occasione unica per vedere riunite le opere di questo pittore geniale e dannato, dalla vita breve e turbolenta, autore di dipinti famosi in tutto il mondo.
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