Zineb El Rhazoui, una giornalista di ‘Charlie Hebdo‘ scampata alla strage del 7 gennaio 2015 perché in vacanza in Marocco, rischia di perdere il suo posto di lavoro. A rivelarlo è ‘Le Monde’ spiegando che El Rhazoui ha ricevuto una lettera della direzione del giornale satirico che la convocava per un colloquio preliminare a un licenziamento per colpa grave. Intanto la giornalista franco-marocchina è stata sospesa. El Rhazoui, che è stata assunta dal giornale nel 2011, rileva ancora il quotidiano francese, non si spiega il motivo della lettera né la colpa grave imputata. La giornalista si dice sorpresa per il metodo ”burocratico” usato ”senza discussione preliminare”: ”Sono scioccata e scandalizzata che una direzione che ha beneficiato di così tanto sostegno dopo gli attentati di gennaio dimostri così poco sostegno nei confronti di un suo dipendente che si trova sotto pressione come l’insieme della redazione e ha ricevuto delle minacce”, sottolinea El Rhazoui. A metà febbraio, infatti, ricorda ‘Le Monde’, la giornalista, che è anche sociologa delle religioni e militante contro l’islamismo e il fondamentalismo e suo marito hanno ricevuto delle minacce di morte da parte di integralisti.
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”Mio marito ha perso il suo lavoro perché alcuni jihadisti hanno svelato il suo luogo di lavoro, ha lasciato il Marocco, sono minacciata, vivo a casa di amici o in albergo e la direzione vuole licenziarmi…bravo Charlie”, ironizza El Rhazoui che non si sbilancia sul motivo della lettera ricevuta. La giornalista spiega che non ha potuto lavorare normalmente da gennaio: ”Non sono l’unica. Non si può imputare alle persone di stare male e di non comportarsi come bravi operai quando si vive in condizioni caotiche. ”E’ impossibile fare reportage sotto protezione della Polizia”, spiega ancora El Rhazoui sottolineando che si tratta ”di una misura punitiva” per aver contestato il vertice attuale di ‘Charlie Hebdo’. In un articolo pubblicato su ‘Le Monde’, infatti, con altri colleghi, chiedeva una ”rifondazione” del giornale, della governance e della struttura del capitale per rendere il vertice più collegiale. Attualmente il capitale del giornale satirico è controllato al 60% dal direttore della pubblicazione Riss e dal direttore finanziario Eric Portheault. Il cronista di ‘Charlie Hebdo’, Patrick Pelloux, il medico che è stato uno dei primi a recarsi nella redazione dopo gli attentati del 7 gennaio, si dice infuriato per la lettera inviata a El Rhazoui: ”Stiamo tutti gestendo il dopo attentato. Convocare membri della redazione che ancora subiscono sofferenze incredibili è cattivo e sleale. Ricevere dei premi per la libertà di espressione e convocare dei giornalisti minacciati è paradossale”.
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Caffeina news by AdnKronos